Cultura
Siamo fascisti inconsapevoli: la verità raccontata dal fumetto Italo
In Italia le rivoluzioni hanno occupato brevi spazi temporali, spasmi d’anima buoni per creare un alibi all’abbandono in lunghi periodi di reazione. Il Paese si è raccontato, convincendosi fosse vero, come la terra del tutto andrà bene, tutto si metterà a posto, in un’epopea da tarallucci e vino, con gli italiani figli di un bene assoluto. Buoni. Invece l’Italia è un paese terribile con eventi tragici, vergogne nazionali e la voglia di liberare istinti bassi di cui la cultura del Belpaese è intrisa. Il racconto vero della società è apparso a tratti, velato e sommerso dall’ipocrisia: tratto più vero del sentimento italiano. Siamo figli della reazione, reazionari autentici.
Siamo fascisti inconsapevoli che continuano a mentirsi. La verità sta tutta in un fumetto, Italo, di Vincenzo Filosa, uscito per Rizzoli Lizard da un mese, dentro c’è lo schiaffo che solo i Sensei sanno dare, gli uomini prima degli uomini, i maestri del disegno che non si allocano solo in Giappone, ne vivono di straordinari anche in Italia. Vincenzo Filosa ne rappresenta un miracolo tragicamente delizioso. È l’educazione di un reazionario, la spiegazione perfetta di una Nazione contemporanea avvinta nei suoi vizi, nelle fobie: che fascisti, mafiosi, drogati, evasori, razzisti, siano sempre gli altri. La paura di fermarsi di salire dietro il banco di un tribunale e mettere alla sbarra se stessi. È questo che zavorra l’Italia, l’immaturità ipocrita che crea eroi per il solo gusto di sbatterli nella polvere, di sentirsi migliori rispetto al nulla che ormai creiamo in ogni campo.
Una passeggiata da piazza Vetra al Duomo, Milano è tutte le facce dell’Italia, tutte le sue anime scure imbottite di antidolorifici, rifocillate di farmaci e droghe varie per vivere da morti. Narcotizzati davanti a chi soffre, che sta dentro i margini nostrani, che arriva da margini distanti. Piegati e speranzosi davanti a provvidenze multiformi a cui non crediamo, non abbiamo mai creduto. Italo è il viaggio degli italiani, un trasporto artificialmente indolore che ci toglie dalla quaresima degli sconti che hanno il sapore dei saldi eterni. Più che un fumetto Italo è la culla in cui ci rigiriamo insonni, dentro camicie che vorremmo fossero del “Che”, e sono solo camicie brune.
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