Funerali vietati perché per la Russia non c’è nessuna guerra ma soltanto una “operazione militare speciale”. Forni crematori al seguito per far sparire i cadaveri dei soldati uccisi e non mostrarli alle loro famiglie. La guerra va avanti da 23 giorni e le perdite all’interno dell’esercito russo sarebbero ingenti. Oltre 14mila i militari di Mosca caduti dall’inizio del conflitto secondo il conteggio portato avanti dal ministero della Difesa ucraino (che però non rende noto il dato sui soldati di casa uccisi). Poco più della metà invece secondo gli Stati Uniti. Inattendibile l’ultimo dato fornito dal Cremlino lo scorso 3 marzo, ben due settimane fa, che riportava in 498 i militari uccisi in combattimento. Da allora non ci sono più stati aggiornamenti sul numero dei caduti.

Numeri raccapriccianti. Migliaia di giovani mandati a morire a loro insaputa. Molti, finiti prigionieri dell’Ucraina, hanno spiegato l’inganno del Cremlino che avrebbe loro riferito di esercitazioni e non di una vera e propria invasione.  Il morale tra le truppe russe è sempre più basso e molti, stando a quanto riportano New York Post e Nexta (media di opposizione bielorusso che trasmette dall’estero), si sparano nelle gambe, utilizzando munizioni ucraine, con il preciso obiettivo di non combattere, sperando poi di ritornare a casa. 

Stando a una conversazione intercettata e riportata dal media americano, un soldato russo denuncia: “Ci hanno sparato contro per 14 giorni. Abbiamo paura. Stiamo rubando il cibo, facendo irruzione nelle case. Stiamo uccidendo i civili“. In un altro dialogo due soldati russi dicono: “Ufficiali russi si sono sparati alle gambe per andarsene a casa. Ci sono corpi ovunque”. Un altro parla di commilitoni “alla ricerca di munizioni ucraine per potersi sparare alle gambe e andare in ospedale“.

Sarebbero centinaia i cadaveri lasciati in strada con i posti negli ospedali per assistere i feriti gravi in esaurimento e, stando a quanto denunciano le autorità ucraini, i soldati che hanno riportato ferite lievi, dopo aver ricevuto un primo soccorso, vengono rispediti a combattere dai “nazisti russi” e utilizzati come “carne da cannone”, ovvero utilizzati per missioni e operazioni di guerra in cui c’è un’altissima probabilità di essere uccisi. Altro aspetto quest’ultimo che smentirebbe quanto riportato dai due media.

“Pensiamo ai soldati che sono inviati al fronte giovanissimi, soldati russi, poveretti. Pensiamo a tanti soldati giovani ucraini. Pensiamo ai giovani, alle bambine e ai bambini. Questo succede vicino a noi” e “il Vangelo ci chiede di non guardare da un’altra parte che è l’atteggiamento più pagano dei cristiani”. Sono le parole di Papa Francesco nel corso dell’udienza al congresso internazionale promosso dalla Fondazione Pontificia Gravissimum Educationis.

Tutt’altra versione quella offerta dal presidente russo Vladimir Putin, che nei giorni scorsi aveva assicurato di mandare al fronte solo militari professionisti e non giovani leve. Secondo il leader del Cremlino, nel suo intervento alle celebrazioni per l’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea, i soldati russi stanno combattendo “spalla a spalla e se ci sarà bisogno si proteggeranno a vicenda su campo battaglia dai proiettili come fratelli. Non vedevamo una tale unità da così tanto tempo”.

 

Redazione

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