È qualcosa di serio, gli avevano detto da subito i dottori. Ma qualcosa di non precisamente identificato. Amirouche Hammar era stato ricoverato a causa di malori e sintomi influenzali. Sullo smart-phone conserva ancora i video girati durante la sua ospedalizzazione: il volto quasi completamente coperto dalla maschera per la respirazione. Li ha mostrati a Bfmtv, televisione francese, raccontando la sua storia che dimostra come il Covid-19 sia arrivato in Francia, e quindi in Europa, già lo scorso dicembre. Molto tempo prima, quindi, del primo caso registrato a Contamines, in Alta Savoia, e in Lombardia.

A provarlo gli studi Jean-Ralph Zahar del capo del laboratorio di virologia dell’ospedale di Bondy, banlieue parigina, sulle analisi del sangue e i tamponi naso-faringei di tutti i pazienti con sintomi affini a quelli del coronavirus dal 2 dicembre al 16 gennaio. Il Covid non era stato ancora identificato in quel periodo e il test non esisteva. Tra i campioni dei 14 pazienti analizzati uno è risultato positivo per due volte e con test diversi: quello di Hammar. L’uomo, 43 anni, nato in Algeria e residente da anni in Francia, vive nella periferia parigina di Bobigny ed è malato di diabete. Si era recato al pronto soccorso lo scorso 27 dicembre dopo aver sofferto per quattro giorni febbre alta, mal di testa, tosse secca. “Alle cinque di mattina ho preso l’auto e sono andato direttamente all’ospedale. Avevo dolori al torace, mi mancava il respiro”, ha raccontato all’emittente francese. Era stato in seguito ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Bondy e curato. Messo sotto ossigeno e sottoposto a un ciclo di antibiotici.

I medici, ha raccontato, non avevano ben chiaro di cosa stesse soffrendo. Una forma di infezione polmonare non meglio precisata. Comunque qualcosa di serio, avevano avvisato da subito. Anche se Amirouche è stato dimesso dopo soli due giorni e ha continuato ad accusare una forte debolezza per circa due settimane. La famiglia è stata sottoposta ai test dopo i rilievi di Zahar. Nessuno è risultato positivo. È ancora un mistero la trasmissione del Covid, come l’uomo si sia infettato: non viaggiava dall’estate scorsa e non aveva avuto contatti sospetti. Un’ipotesi, che non può evidentemente ottenere riscontri, è quella secondo la quale il virus gli sia stato trasmesso dalla moglie che lavora in un supermercato nei pressi dell’aeroporto Charles De Gaulle. Quando è stato informato dell’esito degli esami positivi al Covid Amirouche non ha mostrato sorpresa, considerati i sintomi che aveva sofferto.

La vicenda di Amirouche conferma i sospetti sul fatto che il virus circolasse in Europa da prima della scoperta dei primi casi: in Italia il paziente 1 è stato individuato a Codogno, in Lombardia, nella notte tra il 20 e il 21 febbraio. Ed è probabile che il virus si sia diffuso in Cina da prima del primo dicembre, come riportato da Lancet. Il paziente 0 nella zona focolaio, nella provincia dello Hubei, quello protagonista del salto dalla specie animale all’essere umano (zoonosi), non è stato rintracciato. In Francia i positivi accertati sono 167.886, i decessi 25.168. In Europa, secondo un calcolo complessivo dell’Associated Press del primo maggio, sono oltre 140mila i decessi totali.

Redazione

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