Non era nell’ordine delle cose che Sir Keir Starmer sarebbe stato capace di godersi la luna di miele – e un periodo di tregua – al numero 10 di Downing Street, dopo aver vinto le elezioni generali di luglio con una valanga di voti laburisti. Nemmeno la più terribile delle previsioni avrebbe potuto però prevedere gli eventi accaduti nell’ultima settimana.

L’accoltellamento di Southport

Innanzitutto, c’è stato un terribile accoltellamento di massa nella cittadina balneare di Southport, vicino a Liverpool, nel nord-ovest dell’Inghilterra. Tre giovani ragazze sono state uccise durante una lezione di ballo. Poi, prima che l’identità del sospettato fosse confermata, influencer di estrema destra e teorici della cospirazione avevano diffuso fake news, affermando che il sospettato era un musulmano recentemente arrivato nel Regno Unito per chiedere asilo. Il sospettato non era né un migrante, né un musulmano. Ma i fatti erano irrilevanti per i rivoltosi, molti dei quali cercavano di farsi giustizia da soli o semplicemente di sfruttare il caos per saccheggiare negozi. 

Le rivolte

La prima rivolta è scoppiata a Southport martedì scorso, dopo una veglia pacifica per le ragazze. Gli estremisti hanno utilizzato i social media per organizzare una marcia verso una moschea vicina. Più di 50 agenti sono rimasti feriti mentre i rivoltosi lanciavano mattoni, bottiglie e incendiavano un furgone della polizia. La violenza si è diffusa rapidamente a Hartlepool, Manchester, Aldershot e persino davanti all’abitazione del primo ministro a Downing Street. Nella sola Londra sono stati effettuati oltre 100 arresti, con un’escalation di disordini durante il fine settimana in città del nord come Rotherham, Middlesbrough e Sunderland.

La violenza di estrema destra

L’Inghilterra si trova ora ad affrontare un’esplosione di violenza anti-immigrati e di estrema destra mai vista da decenni. Paesi e città sono assediati da folle mascherate che scandiscono slogan anti-immigrati, attaccano alberghi e moschee di richiedenti asilo e si scontrano con la polizia. Solo domenica sera sono stati effettuati 420 arresti. Sia conservatori che laburisti sono uniti nel denunciare questo caos. Le rivolte sottolineano la capacità di come un risentimento profondamente radicato possa rapidamente degenerare in violenza di massa.

Una minoranza criminale

Nonostante Sir Keir e il ministro dell’Interno Yvette Cooper abbiano etichettato i rivoltosi come una “minoranza criminale”, la portata dei disordini rivela una questione più ampia. Sebbene molti britannici abbiano un atteggiamento positivo nei confronti dell’immigrazione, il sentimento di estrema destra è tutt’altro che isolato.

La sfida di Starmer

Il 27 luglio a Londra c’è stato il più grande raduno di estrema destra degli ultimi anni, con 30mila partecipanti. Il partito populista di destra di Nigel Farage, Reform UK, si è assicurato diversi seggi alle elezioni cavalcando l’onda del sentimento anti-immigrazione. È arrivato terzo nel voto popolare, davanti ai liberali democratici centristi, ottenendo un sorprendente numero di 4 milioni di voti con quasi il 15% del totale. La retorica di Farage ha alimentato il fuoco, con le sue insinuazioni sulle “verità nascoste” che si aggiungono al caos. Anche se al governo piace credere che questi eventi siano esclusivamente colpa di una minoranza, le cause sono profonde e complesse. Molte rivolte si verificarono nelle città del nord, aree economicamente indietro rispetto al prosperoso sud-est. Il tasso di criminalità in tutto il Regno Unito è ai massimi da 20 anni, e gli immigrati sono diventati capri espiatori di questioni sociali più profonde. Dopo diversi decenni di frustrazioni e di aver visto le loro comunità cambiare, spesso in peggio, molti inglesi sentono di aver perso l’identità erosa dagli immigrati. In risposta indossano passamontagna, si avvolgono nella croce di San Giorgio e attaccano i musulmani. Forse senza sapere che San Giorgio era turco. La sfida immediata per il governo di Sir Keir Starmer sarà quella di riportare la legge e l’ordine nelle strade. Centinaia di colpevoli devono essere condannati, ma poi arriva il compito più duro: cercare di far crescere la Gran Bretagna in modo inclusivo, così che le comunità arrabbiate ed emarginate sentano che il Paese sta lavorando per loro. Anche se i primi segnali però non sono buoni. I rivoltosi sembra stiano pianificando ulteriori proteste. L’orologio sta ticchettando. La Gran Bretagna dovrà affrontare tempi incerti e preoccupanti.

Natale Labia

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