Su una cosa Biden ha certamente ragione: i matti esistono in tutto il mondo, eppure solo negli Stati Uniti si mettono a sparare a caso. “Quello che mi colpisce è che questi tipi di sparatorie di massa nelle altre parti del mondo si verificano raramente. Perché? Anche negli altri paesi ci sono persone con problemi di salute mentale, con liti familiari, o persone che si sono completamente perse. Ma solo in America questo tipo di sparatorie avviene con tanta frequenza”.

Già, persone arrabbiate esistono in tutto il mondo, ma solo negli Stati Uniti organizzano sparatorie, e solo lì vanno alla ricerca delle vittime più innocenti possibile, chi le cerca in un cinema, chi nelle chiese, nei supermercati, e chi nelle scuole. Hanno iniziato nei licei, e con un po’ di fantasia si può anche capire che qualche adolescente abbia rancore nei confronti dei coetanei. Poi sono “scesi” alle scuole medie, e ora alle scuole elementari, evidentemente alla ricerca della massima innocenza, come se il loro desiderio fosse causare lo scandalo maggiore possibile. Giusto qualche settimana fa, leggendo sulla Russia per cercare di avere un quadro sull’invasione dell’Ucraina, mi sono imbattuto in una citazione di un collaboratore di Stalin, Nikolaj Krylenko: «Non bisogna eliminare soltanto i colpevoli; eliminare gli innocenti fa molta più impressione».

Evidentemente i giovanissimi statunitensi che, ne sono più che certo, non hanno la minima idea che sia mai esistito un tipo chiamato Stalin, pensano anche loro che colpire gli innocenti fa più impressione, si passa “alla storia” con più facilità, si esprime con più nettezza il proprio odio contro tutto e tutti. Certo, la cattiveria non è una prerogativa solo statunitense, abbiamo avuto anche noi le nostre guerre, anche le guerre civili, e anche il terrorismo. Però ha ragione Biden: da noi sono stati fenomeni intensi, ma tutto sommato brevi, e poi si sono conclusi. In America no, la rabbia giovanile è rimasta irrisolta. Io però su questa specifica materia ho una mia esperienza personale, e anche una lavorativa, visto che per Nessuno tocchi Caino seguo i crimini negli Stati Uniti da ormai 25 anni, e vorrei mettere 4 idee in fila.

Le armi c’entrano. Ma c’entra anche un uso diffusissimo della violenza a tutti i livelli, compresa la polizia. E c’entra quel concetto tra lo spartano e il darwinismo sociale per cui non si stanziano fondi per il disagio mentale ma si attende che il matto commetta un qualche reato, e poi lo si chiude in galera per tutta la vita. E un po’ c’entrano anche i videogiochi una cui categoria non a caso viene definita “spara-spara”.
A curare i matti negli Usa proprio non ci pensano, costa troppo, soldi sprecati. Al limite qualche psicofarmaco, ma anche nelle famiglie benestanti che hanno le assicurazioni sanitarie private è difficile ottenere i rimborsi per le cure mentali, le assicurazioni, se proprio sono di manica larga, ti rimborsano una settimana di ricovero nelle fasi acute, non certo terapie più lunghe, più esaustive.

Tanto è solo questione di tempo, il matto farà qualcosa (a proposito, lo so che “matto” è una definizione datata che molti considerano addirittura offensiva, ma sono sicuro che così ci capiamo) e troverà qualcuno che gli spara, così la pratica è chiusa. O se no lo carcerano, e anche così la pratica è chiusa. Dicevamo anche che le armi c’entrano sicuramente. Sì, ma non solo nelle sparatorie nei fast-food o nelle scuole, c’entrano in tutto il modello Usa. I dati più recenti del Fbi calcolano 21.500 omicidi nel 2020. Sono tanti. Per fare un confronto, in Italia nel 2020 ne abbiamo contati 287. Come popolazione noi siamo 5,5 volte di meno, quindi in proporzione loro si uccidono 13 volte e mezza in più di quanto facciamo noi. Ma degli omicidi Usa “solo” il 77% è fatto con armi da fuoco. Il che vuol dire che anche senza pistole gli americani si ammazzano molto più di quanto facciamo noi.

E qui veniamo all’impostazione “nazionale”: il famoso “Secondo Emendamento” che garantisce il diritto ad ogni cittadino di difendersi da solo parte dal presupposto, in teoria non impossibile, che se ogni cittadino circolasse armato sarebbe come se in giro ci fossero tantissimi poliziotti, e un criminale ci penserebbe due volte prima di tirare fuori una pistola. L’idea di per sé non è del tutto assurda, però, evidentemente, non funziona. “Tutti armati” non significa affatto “tutti più sicuri”. Infatti da quando studio le loro statistiche, loro hanno una media di reati violenti che è cinque volte più alta dell’intera media europea. Noi in Europa abbiamo nazioni dove la polizia porta le pistole in una cassafortina nel portabagagli, e se vuole tirarle fuori deve avvertire la centrale, che manderà un impulso di sblocco della serratura, e registrerà a che ora è stata estratta l’arma, e a che ora è stata riposta. Possiamo anche sembrare (ancora quel termine) matti, però evidentemente il nostro sistema, il nostro “impianto” di fortissima limitazione della circolazione delle armi, funziona. Il loro no.