“Basta voti a scuola ora gli studenti si valutano da soli” titola oggi il quotidiano “la Repubblica” nel presentare un esperimento messo in atto da alcuni istituti superiori, a Milano, così come a Palermo. “La generazione piegata dai danni causati dal Covid  – si legge – reclama una scuola senza voti”. Già, ma il merito dove va a finire?

Tutto nasce dalle richieste avanzate dagli studenti stessi, in tutta la Penisola, richieste fra le quali spicca quella degli studenti del Liceo Artistico di Bologna, che chiedono giudizi “senza voti”. I loro coetanei del Liceo Civico Manzoni di Milano non amano vedersi attribuire “1” come voto e chiedono ai loro insegnanti che i giudizi siano ben argomentati. Insomma, se il voto è molto brutto, si chiede una spiegazione.

A fronte di queste richieste, spiega il quotidiano, ci sarebbe una sostanziale apertura da parte dei dirigenti, propensi a mettere in atto progetti pilota, come quello del liceo Cannizzaro di Palermo dove la sperimentazione in una classe partirà a settembre, o quello del liceo
Giordano Bruno di Mestre, che ha già eliminato i voti per un quadrimestre. L’intento – spiegano i pedagogisti come Guido Benvenuto dell’Università “la Sapienza” di Roma, che segue la sperimentazione con il docente di Psicologia sociale Stefano Livi – è quello di eliminare stress e ansia da prestazione negli studenti. «Quello che viene eliminato – dice Benvenuto al quotidiano di Largo Fochetti – non è la fatica dello studio, ma la fatica inutile e cioè l’ansia provocata dai voti».

Tuttavia, resta inevaso un dubbio: a fronte dell’autovalutazione, di studenti che si auto-attribuiscono voti, che ne è del merito? Cosa rimane del naturale percorso scolastico, fatto di alti e bassi, ascese e cadute? Non a caso, i docenti stessi, sono quelli che frenano di più dinanzi all’ipotesi di rivoluzionare il sistema di valutazione.