La Donbass è la regione ucraina che confina con la Russia sud-occidentale che dal 2014 è luogo di manifestazioni di gruppi filo-russi e antigovernativi che hanno portato a una sorta di indipendenza. I separatisti secondo le fonti ucraine sono stati guidati dalla Federazione Russa che ha fornito sia materiali che militari. Informazione che il governo russo ha sempre smentito. Nel 2017 l’Ucraina ha approvato un piano per il reinserimento della regione e della popolazione del Donbass. E’ anche importante sapere che la regione è una fonte inestimabile di carbone che ha portato anche a rendere le miniere del luogo tra le più pericolose al mondo.

Proprio in questi giorni sia le forze armate che quelle ucraine stanno posizionando un grande numero di flotte armate al confine. La Russia nel 2014 ha accumulato la più grande concentrazione di forze armate al confine ucraino che ha causato un conflitto mortale tra le forze ucraine e i separatisti filo-russi. Il conflitto è scoppiato poiché la Russia nello stesso anno ha annesso la Crimea e dunque anche i separatisti sostenuti dalla Russia nel Donbass ucraino hanno iniziato una guerra civile, dichiarando l’indipendenza delle regioni Donetsk e Luhansk.

Il dispiegamento attuale può portare “all’inizio della fine” per Kiev come ha detto un alto funzionario del Cremlino durante la continua crescita del numero di truppe militari nella regione. Inoltre è noto il sostegno che il presidente russo Putin dimostra nei confronti della popolazione ucraina che è contro lo stesso governo.  L’Organizzazione per il monitoraggio dei conflitti per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) sta continuando a segnalare centinaia di violazioni ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che 20 dei suoi militari sono stati uccisi nel 2021. Una serie di video stanno girando sui social che riprendono innumerevoli veicoli militari russi che si stanno posizionando vicino al confine. Secondo il New York Times, sono stati schierati anche 4mila soldati e come risposta alle truppe, il comando europeo dell’esercito americano ha alzato il livello di allerta che è diventato” potenziale crisi imminente”. Biden continua a esprimere il suo sostegno nei confronti dell’Ucraina e ha affermato al presidente ucraino il “fermo sostegno degli Stati Uniti alla sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina di fronte alla continua aggressione russa nel Donbass e in Crimea”. Inoltre anche l’alleanza militare della NATO si è riunito con urgenza a causa delle preoccupazioni dovute al rafforzamento militare della Russia. Washington ha detto a Kiev che non lascerà mai sola l’Ucraina in caso di escalation dell’aggressione russa. Dichiarazione anche pubblicata dal ministero della Difesa ucraino.

Dmitry Peskov, il portavoce presidenziale russo ha detto che il movimento delle forze russe è solo per natura difensiva e la Russia ha tutto il diritto di muovere le proprie forze armate all’interno del proprio paese quando e dove vuole e i movimenti russi “non dovrebbero preoccupare nessuno e non rappresentano una minaccia per nessuno“. Peskov ha anche detto che il dispiegamento delle truppe NATO vicino alla zona di conflitto o ai confini russi potrebbe innescare una risposta imminente di Mosca. A seguito dell’escalation in corso nel Donbass, il presidente ucraino Zelensky ha visitato la linea del fronte Ucraina.

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Laureata in relazioni internazionali e politica globale al The American University of Rome nel 2018 con un master in Sistemi e tecnologie Elettroniche per la sicurezza la difesa e l'intelligence all'Università degli studi di roma "Tor Vergata". Appassionata di politica internazionale e tecnologia