Una conferenza stampa in cui si è parlato di calcio, ma non solo. Daniele De Rossi presentando la partita contro il Milan in Europa League ha toccato anche il tema del tifoso romanista malato terminale, il cui intervento in una radio negli scorsi giorni è diventato virale. Il ragazzo, di nome Edoardo, ha confessato di aver contattato una clinica in Svizzera per accedere al suicidio assistito e di aver un ultimo sogno: quello di vedere la Roma trionfare in Europa League.

Tifoso romanista malato terminale, la conferenza di De Rossi

“Aldilà di promettere la vittoria, cosa che non posso fare, vorrei assicurare che daremo tutto per quel tifoso e per tutti gli altri. La questione ci ha toccato e la società sta cercando di rintracciarlo, a patto che lui voglia. Stiamo cercando di parlare anche l’emittente radiofonica; non sappiamo neanche come contattarlo, se lui vuole noi siamo qui. Rispettiamo la sua voglia di restare anonimo, ma se vorrà noi siamo pronti ad accoglierlo” ha detto De Rossi durante la conferenza stampa di oggi.

De Rossi, le condizioni di Ndicka e il recupero di Udinese-Roma

Nella presentazione del match contro il Milan, l’allenatore della Roma ha parlato anche di Evan N’Dicka: “Sta bene, per quanto possa star bene un ragazzo con un problema del genere”. “Abbiamo ricevuto dei complimenti per una cosa normale, abbiamo gestito insieme quello che ci sembrava automatico e sensato fare. Se ne traiamo insegnamento vuol dire che siamo messi male come società…Penso che qualunque allenatore e giocatore avrebbe agito così, perché quando c’è un dubbio come quello, pensando che potesse essere un infarto, per rispetto di tutti non si poteva continuare. Siamo stati uniti in questo, non c’era una persona che volesse riprendere a giocare. È stato bello riscoprirci famiglia in questi momenti” ha risposto De Rossi in merito all’insegnamento derivato dalla vicenda in cui è stato suo malgrado protagonista il difensore ivoriano.

In merito al recupero di Udinese-Roma, il mister giallorosso ha detto la sua: “Se ne stanno occupando i dirigenti, sappiamo che ci sono poche date ed è una difficoltà per chi organizza, anche se penso che sia un bene perché vuol dire che siamo andati avanti in Europa. Per questo il calcio italiano deve tutelare chi va avanti nelle competizioni e anche le altre, così come la regolarità del campionato”.

Redazione

Autore