La risposta dell’imprenditrice alle polemiche
Tiziana Fausti risponde alle polemiche: “Credo nei giovani ma a volte mancano di umiltà, il lavoro non è un fastidio”

I giovani in cerca di lavoro “ai colloqui per le assunzioni chiedono solo di weekend liberi e straordinari” e che “lo Stato li mantiene a casa con la Naspi e il Reddito di cittadinanza”. Sono queste le affermazioni fatte in un’intervista al Corriere della Sera qualche giorno fa che hanno portato Tiziana Fausti, imprenditrice della moda, al centro delle polemiche. “Dei giovani non sono certo la prima a metterne in evidenza le difficoltà ad adattarsi alla realtà del lavoro. A volte mancano di umiltà”, ha risposto lei.
La voce della ‘signora della moda bergamasca’ si aggiunge a quella di altri volti noti come Alessandro Borghese (“I ragazzi? Preferiscono tenersi stretto il fine settimana per divertirsi con gli amici. E quando decidono di provarci, lo fanno con l’arroganza di chi si sente arrivato e la pretesa di ricevere compensi importanti”) e di Flavio Briatore (“Molti ragazzi cercano lavoro sperando quasi di non trovarlo. Io lo vedo chiaramente: preferiscono il reddito di cittadinanza a un percorso di carriera”).
Dalle colonne del Corriere della Sera risponde così alle polemiche: “Va tenuto conto che come imprenditori affrontiamo da tre anni un quadro economico complesso con strumenti contrattuali spesso inadeguati. Nonostante questo, in molti sono d’accordo e ogni giorno pensano che sia giusto presentarsi al lavoro e a scuola in modo coerente con il luogo e la funzione. E vale sia per i giovani che per gli adulti. Cerco di difendere una mia visione, una scelta di stile consapevole”.
L’imprenditrice sottolinea di credere moltissimo nei giovani e nel loro lavoro: “lavorano con me a Bergamo ragazzi eccezionali e devo a loro il mio successo. Nella mia realtà, credo profondamente nei giovani. Infatti, collaboro con l’Istituto Marangoni (Fashion school di Milano, ndr), con Domus Academy (scuola privata di design, ndr) e con lo Yac (Young Architects Competitions) di Bologna per contribuire con l’erogazione di una borsa di studio a fare emergere nuovi talenti e idee creative per un progetto innovativo nel futuro di 10 Corso Como”.
E ricorda quando era lei una giovane alle prime armi nel mondo del lavoro: “ho aperto il primo negozio di circa 16 metri quadrati nel 1979, ero poco più che ventenne. Volevo rendermi indipendente dalla famiglia, che già si occupava di retail. Mi occupavo di acquisti, vendita, apertura e chiusura. Nel 1986 è arrivato il primo vero negozio, nel 1992 l’Emporio di Bergamo ideato da Pellettieri d’Italia. Nel 2000 ho aperto nel centro di Bergamo quasi 2.000 metri quadrati con tutti i brand moda più raffinati”.
Ed è proprio ai giovani che rivolge il suo consiglio: “Cercare di essere innovativi e aprirsi a prospettive inedite. Per me un’intuizione felice e di successo è stato credere nel potenziale delle borse di tessuto di . Capii che erano oggetti nuovi, avevano già in partenza una visione dello stile completamente nuova. Nessuno aveva sdoganato il nylon di qualità, le finiture in saffiano. Ci fu un incontro all’Hilton di Milano con lo staff che poi mi ha condotto a Prada e Granello, brand a cui devo la mia partenza. Il lavoro può dare soddisfazioni, non è solo fastidio”.
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