Sono naufragati dopo uno dei viaggi della speranza dall’Africa verso l’Italia e sono approdati sull’isolotto di Lampione, a pochi chilometri dalle coste di Lampedusa. Trentadue migranti sono rimasti bloccati lì, su quello che è poco più di un costone di roccia in mezzo al mare in tempesta. Da domenica sera 2 aprile la Guardia Costiera cerca di avvicinarsi a quelle rocce per portarli in salvo ma le condizioni meteo avverse rendono impossibile ogni tentativo. Tra loro ci sarebbe anche una donna incinta. Difficile a dirsi concretezza quali sono la condizioni dei naufraghi. Una situazione drammatica.

Secondo quanto riportato dall’Ansa, il vento forte e le onde alte lambiscono l’isolotto impedendo alle imbarcazioni della Guardia Costiera di avvicinarsi. Da stamani, gli uomini della Guardia costiera stanno riprovando ad avvicinarsi alla costa della più piccola delle isole Pelagie. La polizia ha consegnato ai militari della motovedetta dei viveri da lanciare, qualora non si riuscisse ancora a portarli in salvo, ai migranti.

Soltanto nel pomeriggio, con cinque diversi viaggi dell’elicottero Nemo 8 della Guardia costiera sono stati recuperati i 32 migranti, fra cui 4 donne e un bambino. La scelta di utilizzare l’elicottero è stata fatta perché almeno per le prossime ore sarà impossibile per le motovedette, a causa del mare forza 6, riuscire ad avvicinarsi alla costa di Lampione.

L’imbarcazione utilizzata dai migranti per la traversata, un barchino di circa 7 metri, non è stata invece rinvenuta.

“Non ci sono stati sbarchi nelle ultime 24 ore ma quello che emerge è che sempre più donne in gravidanza, anche al nono mese, si mettono in viaggio per raggiungere Lampedusa e quindi l’Italia”. A parlare ad Askanews è il responsabile del poliambulatorio di Lampedusa Francesco D’Arca. “Le condizioni sanitarie di chi arriva a Lampedusa sono legate al paese da dove partono, chi arriva dalla Tunisia ha segni di violenza sul corpo, vengono infatti percossi e colpiti nei centri di raccolta. Ma quel che sta emergendo in questi ultimi mesi è che moltissime donne in gravidanza si mettono in viaggio, forse convinte da chi organizza questi viaggi della speranza che in Italia ci sia lo Ius soli. Stiamo comunque gestendo la situazione grazie ad un lavoro quotidiano e approfondito” ha concluso D’Arca.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.