Almeno 34 i migranti che risultano dispersi dopo il naufragio di ieri del barcone sul quale viaggiavano, al largo della costa della Tunisia. La zona è la stessa dove mercoledì scorso era affondato un altro barcone, causando la morte di almeno cinque persone. A dare la notizia oggi un portavoce del tribunale di Sfax, nella parte centrale della Tunisia, uno dei principali punti di partenza sulle coste dell’Africa settentrionale. La questione migranti è intanto discussa a berlino e Bruxelles in queste ore.

Il portavoce Faouzi Masmoudi ha dichiarato che l’imbarcazione era diretta in Italia e che a bordo di questa viaggiavano 38 persone migranti. Quattro sono state soccorse, delle restanti 34 al momento si sono perse le tracce. Si tratterebbe di tutti migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana. Il tribunale tunisino intanto ha aperto un’indagine sul naufragio. Alarm Phone ieri mattina aveva dichiarato sul proprio account Twitter che quaranta persone rischiavano di annegare nel Mediterraneo centrale.

“Un parente ci ha informato di una barca in pericolo che cercava di fuggire dalla Tunisia. Le persone riferiscono che le cosiddette guardie costiere tunisine hanno rimosso il loro motore, picchiato alcuni di loro e li hanno abbandonati in mare. Mettete fine a questa violenza!“, ha aggiunto Alarm Phone. Secondo quanto denunciato dallo stesso i migranti avrebbero riferito di essere stati picchiati dalla Guardia Costiera tunisina che avrebbe anche rimosso il motore dell’imbarcazione. È gravissima la situazione sociale in Tunisia, caduta in una grave crisi politica ed economica, e dove da settimane è scattata la caccia al nero, all’africano subsahariano.

La Guardia Costiera e le navi delle ong avevano dichiarato ieri di aver soccorso in totale mille migranti che viaggiavano a bordo di imbarcazioni partite dal Nordafrica, tra queste anche le 190 persone soccorse nella notte tra giovedì e venerdì dalla Geo Barents, la nave di Medici Senza Frontiere. Alla Geo Barents è stato assegnato Bari come porto di sbarco. Nei confronti della nave di Medici Senza Frontiere era scattata il mese scorso la prima sanzione contro una organizzazione non governativa dopo l’introduzione del cosiddetto decreto ong per “non aver fornito tutte le informazioni richieste durante” la navigazione che si era conclusa con uno sbarco ad Ancona.

Al vertice dei ministri dell’Interno di Germania, Italia, Francia, Belgio, Spagna e Svezio il governo italiano intanto ha chiesto di sostenere l’impegno per una linea comune sull’aggiornamento del Patto europeo per l’asilo e le migrazioni entro la primavera del 2024, che così come è formulato rischia di essere penalizzante per i Paesi di primo approdo come l’Italia. La richiesta è anche di rivedere i meccanismi di ricollocazione dei nuovi arrivi.

“Ci sarà una missione in Tunisia a livello di ministri degli Esteri”, aveva detto ieri la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni parlando a margine dell’Eurosummit di Bruxelles. “Ce ne sono diverse che in questo momento si stanno muovendo, e ne sono contenta perché io ho posto il tema della Tunisia, forse non tutti sono consapevoli dei rischi che si stanno correndo rispetto alla vicenda tunisina, c’è la necessità di sostenere la stabilità di una nazione che ha forti problemi finanziari e se non dovessimo affrontare quei problemi rischia di scatenare un’ondata migratoria senza precedenti“.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.