L’Inail è stata condannata dalla Corte d’Appello di Torino a riconoscere a un 63enne di Aosta una rendita di 300 euro al mese per un tumore all’orecchio provocato dall’uso prolungato del telefono cellulare. Non è il primo caso: già Roberto Romeo, ex dipendente Telecom, fece causa a Inail per malattia professionale per un tumore alla testa.

La sentenza conferma quindi il nesso causale tra l’esposizione alle radiofrequenze e la malattia. Il 63enne in questo caso ha sofferto l’insorgere di un tumore benigno che lo ha reso sordo dall’orecchio sinistro con annessa paresi facciale. L’uomo era un tecnico specializzato di un’acciaieria valdostana. Ha scoperto il tumore subito dopo essere andato in pensione. Il caso è stato patrocinato dagli avvocati dello studio legale Ambrosio & Commodo che al momento portano avanti altre cinque casi analoghi.

Il Tribunale di Aosta in primo grado aveva confermato il nesso causale, l’Inail aveva deciso di ricorrere in appello. I giudici della Corte d’Appello di Torino hanno predisposto una nuova perizia affidata al professor Roberto Albera, ordinario di Otorinolaringoiatria dell’Università di Torino. La consulenza recita che “appare ben evidente che al momento l’etiologia del neurinoma dell’acustico non è conosciuta, ma che tra i fattori concausali vi sia l’esposizione a radiofrequenza se la dose espositiva è stata di sufficiente entità”.

Stando alla perizia l’uomo avrebbe utilizzato il telefono cellulare per circa due ore e mezza al giorno, tra il 1995 e il 2008, per un’esposizione lavorativa di non meno di 10.361 ore.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.