Gli ha sferrato tre colpi al volto dopo che si era avvicinato al loro gruppo fermo in una stazione di servizio nel cuore della notte: “Ha guardato in maniera provocatoria le nostre compagne. Io mi sono alzato e gli ho detto testualmente: ‘Sempre avanti e indietro devi andare? Qual è il problema?’”.

Dopo i tre colpi al viso Paolo Caprio, 41 anni da compiere a novembre, è crollato a terra sbattendo la testa sul marciapiede. Così è morto il piccolo artigiano alle tre di domenica mattina a Bitonto, comune di 56mila abitanti alle porte di Bari.

A provocarne il decesso un 20enne, Fabio Giampalmo, bitontino come la vittima, con precedenti per droga. Grazie a testimoni e videocamere Giampalmo viene rintracciato in poche ore: i carabinieri del Reparto operativo non devono neanche arrestarlo, è lo stesso 20enn a farsi accompagna alla stazione dell’Arma dal suo legale.

Attualmente il giovane è indagato per omicidio volontario aggravato dai “futili motivi” e “attraverso l’utilizzo di tecniche di combattimento tali da ostacolare la privata difesa”. Titolare dell’inchiesta è il pm Ignazio Abbadessa, che ha emesso a carico di Giampalmo un decreto di fermo.

È lo stesso 20enne, come scrive il Corriere, a ricostruire col magistrato quanto accaduto domenica notte, quando è assieme alla fidanzata e altri amici, tutti in coppia, alla stazione di servizio lungo la provinciale che porta a Modugno. Secondo la versione di Giampalmo, il 20enne è con degli amici all’interno del bar della stazione a giocare a delle slot, mentre le ragazze del gruppo sono fuori, sotto un gazebo.

Qui il 20enne vede Caprio avvicinarsi al gazezo e scambiare probabilmente delle chiacchiere con le ragazze, Giampalmo esce con gli amici e la vittima quindi si allontana. Poi però torna indietro: “Caprio – ha raccontato il giovane al pm – si è avvicinato per origliare cosa stessimo dicendo e ha guardato in maniera provocatoria le nostre compagne. Io mi sono alzato e gli ho detto testualmente: “Sempre avanti e indietro devi andare? Qual è il problema?”. Gli ho tirato tre pugni colpendolo al viso, l’ho visto cadere in terra e sbattere la testa sul marciapiede. Non pensando che sarebbe morto sono andato via”.

A chiarire cosa ha provocato il decesso del 40enne sarà l’autopsia, che dovrebbe svolgersi nella giornata di domani: fondamentale per l’indagine sarà capire se l’artigiano è morto per i pugni sferrati da Giampalmo o per l’urto sul marciapiede dopo la caduta.

“Prima del fatto giuridico, c’è quello umano in questa storia assurda. Il mio assistito ha ripetuto che non era sua intenzione uccidere ed è smarrito”, questo il commento a LaPresse di Giovanni Capaldi, avvocato del Foro di Bari e legale difensore di Giampalmo. “Il ragazzo, padre di due figli, una di due anni e l’altra di 2 mesi, è nel carcere di Bari, in attesa della fissazione dell’udienza di convalida del fermo. Si è presentato ieri mattina in caserma”, precisa il penalista.

La comunità di Bitonto è ovviamente scossa per quanto accaduto domenica. Il sindaco Michele Abaticchio ha annunciato che verrà proclamato il lutto cittadino nel giorno in cui si celebrerà il rito funebre per Paolo. “Vi sembrerò ingenuo, ma dopo le tante disgrazie che abbiamo passato insieme nel mio cuore conservo ancora la speranza che il colpevole si penta pubblicamente, rinneghi cause o giustificazioni e inviti tutti i suoi coetanei a riflettere”, ha scritto sui social il primo cittadino.

Quanto a Giampalmo, “Proprio lui, capace di rovinare una parte importante della sua vita per aver scelto la violenza, proclami quanto sia fallimentare quella scelta pagando le conseguenze della Giustizia fino in fondo”, ha scritto ancora il primo cittadino. “Sogno che proprio il reo confesso si trasformi in testimonianza per convincere tante mani a fermarsi al momento cruciale: quello in cui si sceglie come sarà il proprio e nostro futuro”, ha concluso il sindaco di Bitonto.

Redazione

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