Determinante la mobilitazione dei vip
Usa, fermato il boia a poche ore dall’esecuzione: il detenuto Julius Jones è salvo
Julius Jones, detenuto nel braccio della morte dal 1999, è salvo. A poche ore dalla sua esecuzione, il governatore dell’Oklahoma, Kevin Stitt, ha commutato in ergastolo la condanna a morte dell’uomo accusato di omicidio. Jones, afroamericano di 41 anni, si è sempre professato innocente.
La mobilitazione delle celebrità
Stitt ha spiegato su Twitter di aver preso questa decisione dopo le tante richieste ricevute perché venisse rivisto il caso. Determinante, infatti, è stata la mobilitazione di studenti, celebrità e persino politici repubblicani per salvare la vita all’afroamericano di 41 anni.
Gruppi di attivisti invocavano da tempo una revisione del processo condotto, secondo molti, sulla base del pregiudizio, essendo l’imputato afroamericano.
A suo favore si sono mobilitati vari vip dello spettacolo e dello sport, come la star dei reality tv Kim Kardashian, gli attori Kerry Washington e Mandy Patininkin, il quarterback dei Cleveland Browns Baker Mayfield. Anche l’ambasciatore Ue in Usa, Stavros Lambrinidis, ha chiesto al governatore di risparmiare la vita di Jones. Il mese scorso Matt Schlapp e Timothy Head, leader dell’American Conservative Union e della Faith & Freedom Coalition, avevano scritto a Stitt per sollecitare la commutazione della pena.
Più di sei milioni di persone avevano firmato una petizione online per chiedere di annullare la condanna a morte. Di lui si era occupato un docufilm dal titolo ‘The last defense’ messo in onda da Abc.
La vicenda
Julius Jones era stato condannato per l’omicidio avvenuto nel 1999 di Paul Howell, uomo bianco ucciso davanti alla sorella e alle figlie davanti a casa, durante un tentativo di furto della sua automobile.
La sorella della vittima raccontò di aver visto un afroamericano in jeans, maglietta e bandana rossa, scappare. Il giorno dopo venne arrestato Jones, che all’epoca aveva solamente 19 anni. Nella sua casa venne trovava l’arma, avvolta dentro una bandana rossa.
Il ragazzo, accusato in precedenza di rapina, disse di non aver mai visto la pistola e che se fosse stata la sua, se ne sarebbe liberato. Nonostante alcune testimonianze a suo favore, nel 2002 Jones venne giudicato colpevole e condannato alla pena di morte più altri quarant’anni di carcere.
Ma con la decisione odierna, la sua vita cambia. Adesso lo attende l’ergastolo, e senza possibilità di veder commutata la pena in libertà provvisoria. Intanto, però, ha guadagnato tempo: nuove prove e testimonianze potrebbero riscrivere il finale di un processo controverso.
Il suo caso ha ricevuto un’attenzione internazionale anche per un processo ritenuto controverso, con una difesa inefficace e inesperta, pregiudizi razzisti tra i giurati e una presunta negligenza da parte dell’accusa.
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