Non mancano le star internazionali
Venezia 78, boom del cinema italiano: in concorso Martone e Sorrentino
È il cinema italiano a dominare la 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e senza aver paura di essere accusato di campanilismo, il direttore artistico Alberto Barbera in conferenza stampa di presentazione, ne elogia lo stato di salute: «La presenza italiana è più consistente nella sezione principale: 5 i film in concorso, 3 quelli fuori concorso senza contare le sezioni collaterali». «Non si tratta – spiega – di voler sostenere il nostro cinema ma credo che la selezione italiana sia la fotografia di un momento di grazia in cui cineasti più affermati sono in grado di esprimersi al meglio e gli altri si confermano punti di riferimento per il futuro del cinema».
Grandi maestri accanto ai più promettenti “giovani”, li descrive così Barbera: Mario Martone torna con Qui rido io, ritratto della famiglia di teatro napoletana con il patriarca e icona Eduardo Scarpetta «dove Servillo giganteggia in una ricostruzione d’epoca assolutamente originale»; Paolo Sorrentino presenta il suo film confessione È stata la mano di Dio in cui «ricostruisce i fatti drammatici che hanno portato alla morte dei suoi genitori, ma anche gli sviluppi che hanno condotto poi il regista a trasferirsi a Roma e diventare il grande autore che conosciamo»; «a 11 anni da Le quattro volte, con cui s’era imposto all’attenzione mondiale» arriva Michelangelo Frammartino con Il Buco. Nel cinema del futuro che osa ed è a dir poco inarrestabile spiccano i gemelli Damiano e Fabio D’Innocenzo con America Latina, nuovamente con Elio Germano protagonista e Gabriele Mainetti, pieno di risorse con l’opera seconda Freaks out, scritta anche questa volta a quattro mani con Nicola Guaglianone dopo l’esordio rivoluzionario di Lo chiamavano Jeeg Robot.
Ancora Italia in Orizzonti, sezione dedicata alle scoperte, con due film: Atlantide di Yuri Ancarani, scoperta di Locarno e Il paradiso del pavone di Laura Bispuri, per la prima volta a Venezia con il suo terzo lungometraggio. Italianissimo anche il fuori concorso dove spicca il trittico formato da Il bambino nascosto di Roberto Andò, Aria Ferma di Leonardo Di Costanzo e La scuola cattolica di Stefano Mordini. A completare il quadro, come a coronare un po’ questa celebrazione dello stato di grazia del cinema di casa nostra, un omaggio, a sezioni indipendenti unificate (Mostra, Settimana della Critica e Giornate degli Autori) a Citto Maselli il 5 settembre con proiezione del restauro di Storia d’Amore. Oltre agli italiani che la fanno da padrone, c’è un’altra presenza o per meglio dire un ritorno che il direttore Alberto Barbera ci tiene a sottolineare, quella delle star: «WB, Universal, Disney sono le major presenti quest’anno e il ritorno di star che l’anno scorso sono un po’ mancati. Gli americani sono prontissimi alla ripartenza che speriamo coincida con le grandi uscite dei prossimi mesi».
Ai già annunciati Dune di Denis Villeneuve con un cast a dir poco stellare, distante dal capolavoro di Lynch ma sempre tratto dal romanzo e Madres Paralelas, film di apertura della Mostra e grande ritorno in concorso di Pedro Almodóvar, Barbera aggiunge titoli che soddisfano un po’ tutti i palati (ben 59 i paesi rappresentati) e che speravamo di vedere nel programma di Venezia da mesi, a cominciare da quelli del concorso come Spencer di Pablo Larrain con Kristen Stewart «nell’anniversario della nascita di Diana, un film sul week-end in cui Lady D decise di divorziare da una famiglia che non sopportava più», The power of the dog di Jane Campion con Kirsten Dunst e «un imprevedibile Benedict Cumberbatch in un ruolo inconsueto», The card counter di Paul Schrader «con un Oscar Isaac nel dramma del campo di detenzione di Guantanamo» e l’esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal con The Lost Daughter con Olivia Colman e Alba Rohrwacher, dal romanzo di Elena Ferrante «sui turbamenti di una donna di mezza età alle prese con i fantasmi del passato».
Il fuori concorso della Mostra non vuole certo sfigurare e si fregia di grandissimi nomi come quello di Ridley Scott ad esempio, con The Last Duel dal folto cast composto da Matt Damon, Ben Affleck e Adam Driver e di una novità assoluta nelle fila delle serie Tv. Dal capolavoro di Ingmar Bergman e l’abile scrittura dell’israeliano Hagai Levi (ideatore di In Treatment) sarà presentata al lido Scenes from a Marriage, riscrittura del capolavoro in cui «i due protagonisti, Jessica Chastain e Oscar Isaac rivaleggiano in bravura».
Chi volesse trovare qualche difetto a quella che sulla carta è un’edizione bomba della Mostra di Venezia 78, potrebbe puntare il dito contro una presenza femminile in termini di regia che è minore dell’anno passato, il 26%. Le ragioni di questa leggera battuta di arresto però, sono da trovare, secondo Barbera che è sempre stato apertamente contro le quote rosa, nel fatto che «questo lungo periodo di rallentamento produttivo forse ha pesato maggiormente sulla componente femminile». Appuntamento per la reale ripartenza del Cinema a Venezia dall’1 all’11 settembre 2021.
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