Anche le abitudini alimentari di Vittorio Feltri sono estreme. Niente pesce, nemmeno carne perché “non gli va di ammazzare gli animali” e per orgoglio del nord elegge i pizzoccheri (che dal centro in giù nemmeno conoscono) come piatto della cucina italiana. Le opinioni gastronomiche del direttore editoriale del Giornale vengono raccontate al Corriere della Sera in occasione dell’uscita del suo libro sulla cucina. Il volume si intitola ‘Mangia come scrivi’, ed è il suo primo libro dedicato al mondo culinario. Con lui ha collaborato il critico Tommaso Farina, per stilare una guida di 35 ristoranti tra Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia dove poter assaporare la cucina del nord. In un’intervista al giornale che lo assunse, racconta soprattutto i suoi principali comportamenti a tavola.

Feltri: “Bado al sostentamento”

Mangia poco, si definisce inappetente: “Bado al sostentamento. Mi nutro di un uovo a mezzogiorno e di uno la sera, lo metto in un bicchiere, aggiungo il Marsala e giro con una forchetta, lo bevo. A pranzo e a cena anche un bicchiere di latte, ma non mangio né carne né pesce”.

Feltri “Non mangio pesce, il mare è pieno di deiezioni umane”

Non è vegetariano ma evita il pescato per motivi igienici: “Il mare è pieno delle deiezioni di 8 miliardi di persone – ricorda -, i pesci vivono lì dentro e io evito di mangiarli”. Mangiare poco come elisir di lunga vita: “Ho scoperto che tutti i centenari non mangiano molto. A Bologna però quando ero direttore del Quotidiano Nazionale mi piaceva sedermi a tavola, mi piacevano i cappelletti. I pizzoccheri invece li ho scoperti quando il Corriere mi mandò da inviato a seguire l’alluvione in Valtellina, sono molto buoni”. E c’è tempo anche per raccontare un’amicizia particolare, quella con un topolino. “Lo trovai una volta a casa, nella poltrona di fronte alla mia. Gli diedi del grana la prima volta, poi per tre mesi tutte le sere, puntuale, veniva a farmi visita. Aveva quegli occhietti che sembravano due spilli, mi stava simpatico”.

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