L’inizio della fine“. Con queste parole il presidente Volodymyr Zelensky ha definito il ritiro delle truppe russe da Kherson. Il leader ucraino si è recato questa mattina, a sorpresa, nella città sul Mar Nero, porta d’accesso alla Crimea, uno dei primi siti a cadere in mano ai russi.

E proprio nella piazza centrale di Kherson, Zelensky ha parlato di fronte a una folla di diverse centinaia di persone, tra soldati e civili, dichiarando che le armi fornite dall’Occidente hanno svolto un ruolo cruciale nelle recenti vittorie sul campo di battaglia, “ma che le vittorie sono state pagate con il sangue degli ucraini“.

Nessuno ci ha dato niente“, ha dichiarato il capo di Stato quando un giornalista ha parlato della ritirata russa dalla città. “Il prezzo di questa vittoria è considerato molto alto, perché un sacco di persone sono state ferite in battaglia e moltissime altre sono morte. Penso che i russi siano scappati perché il nostro esercito minacciava il nemico ed erano in grave pericolo“, ha aggiunto, come riportato dall’agenzia Reuters. “Ci sono stati intensi combattimenti. Ed ecco il risultato: siamo qui oggi a Kherson“.

La Russia aveva preso possesso della regione di Kherson all’inizio del conflitto, a marzo. La scorsa settimana, il Cremlino ha ordinato il ritiro delle sue forze armate, mentre l’esercito ucraino si è abbattuto sulla città, prendendone poi il controllo. Da settembre, l’Ucraina ha riconquistato il territorio nel nord-est del paese, così come nel sud, rivendicando tre aree principali del paese nelle sue controffensive: l’area a nord di Kiev, la regione nord-orientale di Kharkiv e ora Kherson e molti insediamenti vicini.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha invece ribadito l’appartenenza del territorio di Kherson alla Russia, rifiutandosi di commentare – durante una conference call con i giornalisti – il discorso di Zelensky. “Sapete che questo è il territorio della Federazione Russa“, ha dichiarato Peskov.

Chiara Capuani

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