Il riposizionamento sulla sponda orientale del fiume Dnipro
Russi in ritirata da Kherson, l’ordine dopo la controffensiva ucraina: per Kiev “il Cremlino è esausto”
Per la Russia non è più possibile difendere Kherson: e quindi il ministro della Difesa Serghei Shoigu e il comandante delle truppe in Ucraina Sergei Surovikin hanno annunciato il ritiro. La decisione è arrivata oggi, era stata prima anticipata da fonti ucraine mentre nel primo pomeriggio era stata confermata dalla Tass. Le truppe di Mosca, incalzate dalla controffensiva ucraina in pressing ormai da un paio di mesi, saranno riposizionate sulla sponda orientale del fiume Dnipro, quella più vicina al confine russo.
La regione di Kherson, insieme con altre tre occupate dai russi dopo l’invasione scattata a febbraio, era stata tra quelle coinvolte nei referendum di annessione a Mosca che si sono tenuti lo scorso settembre, dal 23 al 27 – consultazioni non riconosciute legittime dalla comunità internazionale. L’area della città era al centro di una efficace offensiva da parte dell’esercito ucraino da qualche settimana. I due eserciti sembravano prepararsi a una battaglia per il controllo di Kherson. A metà ottobre l’esercito russo aveva cominciato a far evacuare i civili della città sulla sponda orientale del Dnipro.
Il generale Surovikin ha parlato di 115mila civili evacuati dalla regione. Ha accusato gli ucraini di aver bombardato scuole, ospedali e strutture civili. L’agenzia di Mosca Interfax ha argomentato il ritiro dicendo che le forze russe rischiavano un isolamento totale e i civili rimasti erano a rischio per le incursioni ucraine sulla riva destra del fiume. La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, mentre si diffondeva la notizia della ritirata, aveva parlato di aperture a negoziati sulla base dell’“attuale situazione” ma di non trovare disponibilità da parte di Kiev al dialogo.
Serhii Khlan, membro dell’amministrazione comunale ucraina, aveva annunciato questa mattina in conferenza stampa che l’esercito russo stava facendo esplodere tutti i ponti sul fiume Dnipro per proteggere la ritirata delle sue truppe. “Oggi i russi hanno effettivamente iniziato a far crollare l’intera linea del fronte in direzione della città e hanno iniziato una ritirata di massa. Nella direzione di Berislav, gli occupanti sono scomparsi da un certo numero di località. I soldati russi se ne vanno in massa, ma quando se ne vanno fanno saltare in aria i ponti”, aveva detto a Espreso Tv.
Il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podolyak ha dichiarato “il Cremlino è esausto. Le risorse della Russia stanno raggiungendo i loro limiti. Da qui le isteriche richieste di pausa (‘trattative’). Da qui la visita di Patrushev a Teheran: alla ricerca di un modo per continuare la guerra, ottenere missili/droni, superare l’esaurimento dei suoi missili”. Kiev aveva già chiesto giorni fa all’Iran di smettere di fornire i droni da guerra all’Ucraina. Il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha ribadito intanto che la Casa Bianca tiene aperte le linee di comunicazione con la Russia per scongiurare la possibilità di una catastrofe nucleare.
“Lo abbiamo fatto quando è stato necessario chiarire potenziali malintesi e cercare di ridurre i rischi e ridurre la possibilità di catastrofi come il potenziale uso di armi nucleari”, ha detto in un evento all’Economic Club di New York, dopo l’esclusiva del Wall Street Journal che aveva rivelato di colloqui tra il funzionario di Washington e i consiglieri per la sicurezza di Vladimir Putin. La portavoce Zakharova ha osservato che gli Stati Uniti e la Russia dovrebbero tornare ad incontrarsi “presto” nell’ambito della commissione bilaterale per il controllo dell’applicazione del trattato New Start per la riduzione degli armamenti nucleari, che scade nel 2026.
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