Se il battito d’ali di una farfalla in Brasile può provocare una tempesta in Texas, come recita la regola di Edward Lorenz, figuriamoci l’effetto che possono avere gli arresti di Triggiano a Roma. La crisi politico-giudiziaria – apparentemente tutta locale – del Comune dell’hinterland barese, amplificando l’effetto farfalla, preme a tutta forza il bottone dell’auto-distruzione del centrosinistra su scala nazionale. Le implicazioni che si riverberano sui rapporti Pd-M5S ingenerano reazioni a catena. Giuseppe Conte ha fatto saltare le primarie della coalizione a due giorni dal voto. Elly Schlein si gioca tutto sulla partita barese e lo sa.

Ieri è corsa nel capolouogo pugliese dove è stata risucchiata dalle riunioni. Doveva salire sul palco di Bari, a fianco del sindaco Antonio Decaro e del candidato di bandiera dem, Vito Leccese, alle 18. Con due ore di ritardo, alle 20, ha preso il microfono per gridare con tutta la gravità del caso. “A differenza di Conte, io mantengo la parola, così il leader dei Cinque Stelle fa vincere la destra”. E poi, insolitamente diretta: “Capisco che chi ha iniziato a far politica direttamente da Palazzo Chigi forse non ha tanta dimestichezza con la militanza di base, con la fatica di costruire percorsi democratici collettivi, come chi monta i gazebo per le primarie. Ma pretendo si abbia rispetto per questa comunità”. L’imbarazzo della vigilia cede il passo alla rabbia. Il tradimento di Conte, lo schiaffo di Bari come ormai lo chiamano tutti, brucia. E molto. Saltano per la prima volta nella storia le primarie già in corso d’opera, chiamate a far votare per il candidato sindaco del centrosinistra sul dopo-Decaro.

I dem pugliesi sono fuoriosi: “Stavamo organizzando sin nei dettagli i seggi per domenica 7 aprile”. Da Conte, a distanza, la replica è piccata. “Le conseguenze ci sono se il Pd continua a parlare di slealtà, è offensivo, lo respingiamo al mittente. Ho chiamato io mercoledì la Schlein e sono stato mezz’ora a spiegare che rischiavamo il disastro, che non ci saremo stati con nuove inchieste. Significa che il Pd non ha rispetto delle persone e delle forze politiche con cui lavora”, ha sibilato Conte in una ospitata televisiva. Arrivando ad ammonire l’alleata – alla faccia del Campo largo! – con toni minacciosi: “Se non ritirano le accuse di slealtà diventerà sempre più difficile lavorare con il Pd. Il Pd non può pretendere che noi possiamo sottoscrivere tutto quello che viene dal passato. Noi siamo per la legalità, se il Pd è disposto a fare un percorso senza buttare a mare tutto il passato va bene, se no ne prendiamo atto”, ha aggiunto Conte. Il Movimento sosterrà il suo candidato, Michele Laforgia, contro quello del Pd, Leccese.

Se fino a pochi giorni fa la casella di Bari sembrava dunque assegnata con probalistica certezza ad essere ricoccupata dal centrosinistra, ecco che tutti i pronostici vengono rovesciati. Un’ennesima volta, il testacoda del leader grillino ha sacrificato gli accordi presi, rovesciando il tavolo e abbandonando il campo in men che non si dica. “Se c’è qualcuno che fa finta di nulla o vuole sminuire, non ci stiamo. La situazione è oggettivamente grave. Ieri è stata resa nota dalla procura ordinaria “una nuova inchiesta che, peraltro, ha proprio oggetto l’inquinamento del voto e il voto di scambio – ha ricordato l’ex premier -. A leggere bene quelle anticipazioni, la cosa oggettivamente diventa sempre più seria, far finta di nulla non è possibile. Noi eravamo, lo voglio ricordare a Bari, all’opposizione. Abbiamo accettato di fare un percorso comune, ma su determinati presupposti”, il giudizio tombale dell’Avvocato di Volturara Appula.

Un pugliese, in effetti, che non può dire di capitare in terra di Bari con l’ennesima aria del marziano della politica. “Se si annullano le primarie, Conte ritira anche i candidati 5Stelle dalle elezioni?”, gli chiede sarcastico il candidato dem, Leccese. Ancora prima delle parole di Elly Schlein sono state quelle di Andrea Orlando a dare fuoco alle polveri. “Bari deve scegliere il sindaco in una città in cui il centrosinistra ha governato bene. Si stava facendo una coalizione. In questo percorso c’è stato l’impatto di una inchiesta che non mette in discussione i risultati di questa amministrazione ne’ pone punti interrogativi su chi la guidava. Inchiesta che però solleva una questione che va affrontata sul terreno politico che è quello della lotta al trasformismo, della battaglia contro un civismo che in verità è un modo di cambiare la casacca”

A tentare una difesa d’ufficio nei confronti del leader dei Cinque Stelle è uno dei massimi referenti dell’asse Pd-5S di marca Dem, Goffredo Bettini. A lui, come ormai a tutti, è chiaro che la vicenda di Triggiano suona come il Mariuolo del Trivulzio. Minacciando di demolire l’intera strategia del Campo largo. “Se Conte pensa di andare meglio del Pd alle europee? Lo conosco, è un uomo realista. Sa perfettamente che il Pd alle europee andrà meglio del M5s. Tanto più perché, grazie alla Schlein, abbiamo messo in campo alcune candidature di particolare attrattiva anche per il loro elettorato”, dice pensando a Marco Tarquinio. L’esito delle elezioni a Bari diventa incerto e i sondaggisti prevedono un’astensione importante. Sostenitori di una possibile crescita dell’astensionismo sono soprattutto Roberto Weber dell’Istituto Ixè e Renato Mannheimer di Ispo. Quest’ultimo piuttosto scettico sulla possibilità di un “travaso di voti” tra centrosinistra e centrodestra, vagheggiato in queste ore da esponenti della maggioranza. “Tantissimo – osserva Lorenzo Pregliasco di ‘YouTrend’ – dipenderà comunque dal candidato che sceglierà la destra, visto che per le Amministrative “la persona che si individua per fare il sindaco resta fondamentale”.

Avatar photo

Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.