Come atto di ritorsione al suo arresto è arrivato quello di Cecilia Sala, ma per il futuro di Mohammad Abedini Najafabadi e forse anche per la giornalista italiana, la prigionia è destinata a prolungarsi. La Procura Generale di Milano ha infatti espresso parere contrario alla richiesta di arresti domiciliari avanzata dal legale di Abedini. L’avvocato aveva proposto un appartamento messo a disposizione dal consolato iraniano a Milano, garantito da “soggetti istituzionali qualificati”.

Abedini, elevato rischio di evasione

Il cittadino iraniano, noto come “l’uomo dei droni”, è detenuto dal 16 dicembre nel carcere di Opera, in seguito a un mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti. Secondo la procuratrice generale Francesca Nanni, l’alloggio offerto dal consolato, unito a un eventuale divieto di espatrio e all’obbligo di firma, non rappresenta una misura sufficiente a scongiurare il rischio di fuga. In una comunicazione inviata tra l’1 e il 2 gennaio, il Dipartimento di Giustizia americano ha ribadito che Najafabadi è considerato “estremamente pericoloso” e con un elevato rischio di evasione.

Gli Stati Uniti chiedono l’estradizione

La Corte d’Appello di Milano dovrà ora fissare un’udienza, prevista non prima del 14 gennaio, per esaminare la richiesta di domiciliari presentata dall’avvocato Alfredo De Francesco, difensore di Najafabadi. Parallelamente, resta aperta la questione dell’estradizione richiesta dagli Stati Uniti, che comporterà tempi più lunghi. Gli atti dovranno infatti passare dal Ministero degli Esteri al Ministero della Giustizia, per poi essere trasmessi ai giudici milanesi. Nel frattempo, le autorità americane hanno nuovamente sottolineato la loro determinazione nel chiedere la consegna di Najafabadi.

Redazione

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