Il commento
Accordo Musk-governo italiano, il miraggio del sovranismo e l’acqua fresca della tecnologia
La tecnologia non ha nazione, il sovranismo resta un’illusione. È la prima cosa che viene in mente sulla notizia data da Bloomberg di una trattativa tra SpaceX ed il governo italiano per un “sistema criptato […] per le reti telefoniche e i servizi internet del governo italiano, le comunicazioni militari e i servizi satellitari per le emergenze”. Se vera la notizia smentisce ogni possibilità che, su un tema globale come la difesa, Usa ed Europa (e men che mai l’Italia) possano “fare da soli”.
È un peccato che il tema della sicurezza e della resilienza dei sistemi di telecomunicazioni e difesa, soprattutto verso la Cina, finisca per essere divisivo. Già oggi il dipartimento della difesa di Usa, Germania, Francia ed anche quello italiano, collaborano con SpaceX; ed è nota a tutti l’importanza che ha avuto ed ha in Ucraina per la difesa e la resilienza della rete il sistema di satelliti a bassa quota e di trasmissione dati StarLink (rete di comunicazione satellitare di SpaceX), sempre sotto stretto controllo alleato. La linea di collaborazione tra governo e privati è stata tenuta sia da Trump che da Biden, così l’intera industria dello spazio e della difesa sono cresciuti.
Non usare SpaceX nella difesa e nella sicurezza in ambito satellitare è come aver fatto a meno di Google in attesa di motori di ricerca europei come Qwant (CDP Francese e Springer), Ecosia (del Tedesco Kroll) o EUSP (European Search Perspective). Non ci sarebbe mercato digitale in Europa. Ovviamente sia internet che Google sono stati oggetto di indagini, di regole nazionali, regionali e transnazionali. Così come era avvenuto per le società di telecomunicazioni. Ma le tecnologie si sono sempre influenzate a vicenda nelle società aperte anche quando venivano, come internet, dalla ricerca statale e militare.
All’incremento dei protagonisti s’è accompagnata la regolamentazione (tempestiva? eccessiva?) di mercati, criteri e standard comuni. Lo stesso sta avvenendo anche nei confronti di Starlink e dovrebbe esserlo ancor più con Starshield, l’unità dedicata ai governi ed alla difesa per fornire servizi più intrinsecamente sicuri.
La consacrazione del numero uno non ha impedito, anzi, ha aiutato la crescita dell’economia dello spazio. Le guerre, e anche le sfide climatiche in corso, rendono indispensabili strumenti satellitari di monitoraggio e controllo sicuri e resilienti. Le tecnologie si sono chiuse solo dove, come in Russia, in Iran e Cina, governi autoritari, sovranisti ed espansionisti le hanno usate per controllare la popolazione, condizionare la privacy, per aggredire o approfittare degli squilibri regolatori verso paesi e mercati aperti.
L’attivismo intrusivo ed estremista di Elon Musk, come la diffusione di fake-news su X, non aiuta la fiducia e collaborazione strategica necessaria. Ma una assoluta trasparenza da parte dei governi con regole chiare e tempestive, può – e deve – garantire che siamo noi europei e occidentali, ad approfittare dei vantaggi evitandone i rischi.
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