Addio allo scrittore delle battaglie per la libertà di interi popoli che aiutava finanziando dispensari medici, scuole e centri per la lotta alla lebbra e alla tubercolosi. Il mondo piange la scomparsa di Dominique Lapierre, scrittore francese morto all’età di 91 anni in una casa di riposo. Lapierre era entrato in coma dopo una caduta nel giugno 2012 perdendo progressivamente la capacità di scrivere e l’uso della parola. La scomparsa è stata confermata da Mondadori, la sua storica casa editrice in Italia. Lascia la moglie Dominique Cochon e la figlia Alexandra, anche lei scrittrice, che vive tra Italia e Francia, autrice soprattutto di romanzi storici.

Nato nel 1931 scrisse gran parte delle sue opere con Larry Collins, giovane caporale statunitense conosciuto dopo esser entrato nell’esercito francese come militare di leva. Parte dei guadagni ottenuti nel corso della carriera dalla vendita dei libri sono andati in beneficenza all’associazione fondata con la moglie ‘City of Joy‘, che diventerà poi il titolo di uno dei suoi più celebri romanzi, ‘La Città della gioia‘, venduto in oltre 10 milioni di copie e tradotto in quaranta lingue. Best seller che racconta la storia della sopravvivenza della popolazione di uno dei sobborghi più poveri dell’India. Il libro è diventato anche un film del regista Roland Joffé nel 1992.

Celebri anche i suoi romanzi ‘Parigi brucia?’ (1965), ‘Gerusalemme! Gerusalemme!’ (1972) e ‘Un arcobaleno nella notte’ (2008). Il suo ultimo lavoro risale al 2012 con ‘Gli ultimi saranno i primi’. Sempre al fianco degli ultimi, Lapierre nel corso della sua lunga e proficua carriera letterale, ha incontrato Madre Teresa di Calcutta e in India ha fondato con la moglie Dominique l’associazione Action pour les enfants des lépreux de Calcutta, devolvendo metà dei diritti d’autore a sostegno di asili e centri per la lotta alla lebbra e alla tubercolosi.

Il suo primo romanzo, Un dollaro mille chilometri, lo pubblica nel 1949. Pochi mesi prima aveva lasciato, a 17 anni, Parigi con appena 30 dollari in tasca. Si imbarca e lavora su una nave, poi una volta giunto negli Usa viaggia per 30mila miglia lungo il continente americano per realizzare il suo primo lavoro. Successivamente viene assunto dalla rivista francese Paris Match (con la quale collabora 14 anni) che gli consente di viaggiare in tutto il mondo, conoscendo leader come De Gaulle, Ben Gurion, Giovanni Paolo II e Nelson Mandela.

Poi l’incrocio con Larry Collins, conosciuto negli anni della leva militare: un’amicizia e una collaborazione che sfociano nel primo bestseller, Parigi brucia?, pubblicato nel 1965, romanzo-cronaca – da cui verrà tratto l’omonimo film di René Clement – in cui i due autori, attraverso carte segrete ritrovate negli archivi tedeschi, documenti d’epoca, ordinanze, verbali e ricordi dei testimoni ricostruiscono perché l’ordine di bruciare Parigi dato da Hitler non venne poi eseguito e la città fu salva.

Dopo Gerusalemme Gerusalemme!, altro successo internazioonale firmato dalla coppia, Lapierre su consiglio al suo maestro, Raymond Cartier, decide di concentrarsi sull’India. Di qui il lungo viaggio sulle tracce di Gandhi, a bordo di una vecchia Rolls Royce Silver Cloud: è l’inizio di una lunga storia d’amore, da cui nasceranno Stanotte la libertà, racconto epico sulla lotta per l’indipendenza indiana, firmato a quattro mani con Collins.

Nel 1981 fondò con il reverendo James Steven un’associazione umanitaria a favore dei bambini affetti da lebbra nei sobborghi di Calcutta, sostenuta anche dai diritti d’autore dei suoi successi letterari. A Calcutta Lapierre diventò anche un intimo collaboratore di Madre Teresa che gli concesse l’esclusiva per un film sulla sua vita e sul lavoro delle sue consorelle, Le Missionarie della Carità. L’ultimo progetto voluto da Dominique Lapierre è l’Asha Bahvan Center che accoglie più di 300 bambini e adolescenti disabili della periferia di Calcutta.

Avatar photo

Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.