Il caso
Addio Amadeus, Sos di Meloni alla Rai: “Fiorello non deve scappare”
Una telefonata. Anzi una richiesta. Anzi una preghiera. Qualcosa che dovrebbe aver risuonato nelle orecchie dei dirigenti Rai come un’implorazione: “Fiorello no, vi scongiuro. Bloccatelo, rinchiudetelo, accontentatelo, esaudite ogni sua volontà, ma non lasciate che abbandoni la Rai”. Questo – seppur non virgolettato – è stato secondo la ricostruzione del Corriere della Sera il contenuto dell’ordine informale, ma severo, piombato da Palazzo Chigi su Viale Mazzini e che nello slang di Giorgia forse è stato declinato in un più simile ad un “Raga’, non famo scherzi”.
La telefonata tra Meloni e Rossi
Il contatto tra la presidenza del consiglio e la Rai è passato attraverso una telefonata tra Meloni e Giampaolo Rossi, l’attuale direttore generale, che dovrà bloccare la fuga di massa verso la concorrenza iniziata il giorno dopo le elezioni. La partenza di Amadeus è stata un colpo terribile all’immagine dell’azienda, il proseguo di un effetto domino che se dovesse portare anche all’addio di Fiorello rischierebbe di far crollare quella che in questi anni è stata la facciata di Viale Mazzini. Dai programmi di Fabio Fazio e Massimo Gramellini, fino a Corrado Augias. Ma anche alcune delle conduttrici di punta: Bianca Berlinguer e Lucia Annunziata.
Rosario resta il Fiore all’occhiello della Rai, e il suo ritorno negli ultimi anni nella Tv di Stato ha fidelizzato un pubblico sempre più largo e giovanile. È stato l’uomo simbolo del rilancio di Rai Play, c’era lui nei momenti più difficili del festival di Sanremo, e da più di un anno nel buongiorno mattutino di Rai 2. Perderlo sarebbe l’ennesima ferita di una tv che al secondo anno Meloniano proprio non riesce a trovare pace. Fiorello aveva già ricordato la sua situazione: “Io dal 10 maggio ho un contratto solo con divano – scherzava -, non sono in Rai. Il mio contratto inizia alla prima puntata di un programma e finisce all’ultima. Non sono mai di un’azienda. Io sono libero”.
Quando Giorgia Meloni era baby-sitter della figlia di Fiorello
Sembra quasi che il rapporto tra Giorgia e Rosario, si sia capovolto. Meloni, da giovanissima, era stata la tata di Olivia Testa, figlia di Susanna Biondo, moglie di Fiorello, che ha sempre considerato Rosario suo papà. Sulla ‘Giorgia tata’ lo show-man aveva detto: “Era bravissima, leggeva i libri ad Olivia”. Ma in casa, con la figlia che oggi ha trent’anni, c’era la futura premier: “Era forse il 1997, ero appena maggiorenne – ha raccontato Meloni – quelle sere con Olivia mi sembrano una vita fa. La pappa, i cartoni, la nanna… Aveva 4 anni, giocavamo con i Lego, non con le Barbie perché io le detesto, guardavamo i cartoni”. E ora che la Giorgia, adulta, ha messo le mani sul palinsesto Rai cosa guardare continua a sceglierlo lei, soprattutto dopo che pochi giorni fa il servizio pubblico televisivo era stato definito da parte dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti di Viale Mazzini “ridotto a megafono del governo”.
L’addio di Amadeus e gli attacchi alla Rai
Il giornale aveva già raccontato nei giorni scorsi le motivazioni che avevano spinto Amadeus all’addio: “A 61 anni Amadeus ha tirato il suo personale bilancio professionale e ha deciso che non è disposto a sopportare ancora certe dinamiche, certe pressioni, certe sollecitazioni. (…) Si aspettava un trattamento che tenesse conto dei risultati che ha portato in Rai sia in termini di ascolti sia in termini di raccolta pubblicitaria (visto che c’è chi parla di quasi 100 milioni di euro l’anno)”. Da tempo Amadeus non si sentiva né capito né protetto. Le prime crepe sono arrivate già prima dell’ultimo Sanremo; mentre lui ragionava sulle canzoni migliori da portare sul palco, le pressioni erano continue: la richiesta di Povia (vicino alla Lega) nel cast dei cantanti in gara, la pretesa di infilare Hoara Borselli (area Fratelli d’italia) in qualche modo come ospite, il tentativo di affiancargli Mogol (ancora Fdi) come direttore artistico. La Rai aveva bollato queste informazioni come “infinità di notizie false”, sostenendo che Amadeus abbia goduto di massima autonomia e libertà.
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