Chissà se la signora Maria Rosaria Boccia – in questi giorni assai convulsi e tempestosi per lei, tra un post e un’intervista televisiva – ha avuto anche il tempo e l’occasione di interrogarsi sulle conseguenze che questa vicenda avrà in ogni caso sulla sua attuale professione. Si è domandata se e come il suo lavoro sia destinato a cambiare nei prossimi mesi?

Boccia influencer, organizzatrice di eventi e social media manager

Perché è indubbio che la mediatizzazione delle nostre vite, soprattutto quando arriva all’improvviso e senza i filtri del caso, oltre a renderci famosi per un tot stravolge tutto quanto trova sulla propria strada. È un fiume in piena che non risparmia nulla di quanto costruito in precedenza con fatica e dedizione. Allora mentre la Boccia è ancora intenta a gestire questa straordinaria popolarità, che si è costruita tutta con le sue mani e con un uso a dir poco spregiudicato delle stories di Instagram, ho provato a immaginare – mettendomi nei panni di un potenziale cliente – quanto questa celebrità potrebbe tornarle utile nel lavoro di tutti i giorni: come organizzatrice di eventi, oppure come influencer o semplicemente come social media manager.

Così, se fossi l’amministratore di una qualsiasi azienda e dovessi organizzare un evento celebrativo, ci penserei non una ma almeno mille volte prima di affidarle l’incarico. Per una serie ovvia di motivi: in primis perché l’evento potrebbe ipso facto politicizzarsi per il solo fatto che è organizzato dalla signora Boccia, ma la mia azienda (così come tutte quelle di un certo spessore) preferirebbe mantenersi neutrale rispetto alle contese politiche. In secondo luogo perché vorrei evitare (qui è sufficiente rammentare il recente caso Balocco–Ferragni) che un possibile inciampo dell’organizzatrice possa far precipitare anche il mio brand in un baratro reputazionale.

I risvolti professionali che non ha considerato

A questo punto vale la pena ingaggiarla come influencer, ma per la verità anche su questo specifico profilo sorgono dei dubbi legittimi. Mettiamo caso che il rapporto di collaborazione avviato poco dopo si interrompa oppure che il contratto venga strappato ancor prima di iniziare il lavoro: cosa potrebbe succedere? C’è il rischio che si possa ripetere lo stesso schema già visto in questi giorni: con mail e telefonate private spiattellate su un social e date in pasto alla indignazione dei follower. Quindi, per evitare ogni potenziale incidente di percorso, forse è meglio scartare anche l’incarico da influencer.

Ci resta allora l’ultima casella disponibile, quella della social media manager che – essendo il ruolo meno esposto rispetto ai primi due – potrebbe andar bene. Solo che, a ben guardare, pure in questo caso restano in piedi alcune criticità da valutare con attenzione. Infatti, in termini di engagement, i risultati migliori ottenuti dai post pubblicati dalla Boccia sono stati solo quelli in cui ha scelto di esporre al pubblico ludibrio frammenti di vita, sua e di altri. Una strategia a dir poco azzardata e pericolosa in ogni caso. Quindi anche qui l’imprenditore, che si lascia guidare dalla diligenza del buon padre di famiglia, dovrebbe chiedersi opportunamente se è questo ciò che realmente cerca per la sua azienda oppure una gestione più equilibrata e corretta. Insomma, come rammentava il buon Appio Claudio Cieco, rimane ancora oggi valida l’antica locuzione latina homo faber fortunae suae.

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Domenico Giordano è spin doctor per Arcadia, agenzia di comunicazione di cui è anche amministratore. Collabora con diverse testate giornalistiche sempre sui temi della comunicazione politica e delle analisi degli insight dei social e della rete. È socio dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica. Quest'anno ha pubblicato "La Regina della Rete, le origini del successo digitale di Giorgia Meloni (Graus Edizioni 2023).