La polemica
Aggressione ai sanitari, Nessuno Tocchi Ippocrate boccia la Federico II: “Non conoscete la situazione”
Negli ultimi due anni li abbiamo definiti eroi, sempre in prima linea per l’emergenza Covid, eppure quegli stessi sanitari vengono aggrediti ogni giorno nelle corsie degli ospedali o sui mezzi di soccorso. Solo nel 2021 a Napoli ci sono state oltre 60 aggressioni agli operatori, il 70% delle quali ai danni degli infermieri. A riferire i numeri è il Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ateneo federiciano che ha istituito il Centro regionale di Ergonomia in Sanità (Cres), gestito dall’Osservatorio Salute Lavoro, per la promozione della salute occupazionale. Ma Nessuno Tocchi Ippocrate, che da anni denuncia sui social le aggressioni ai medici campani, alza la voce. «La nostra associazione è l’unica che ha rapporti con i sanitari che vengono aggrediti e che quindi ha i dati precisi delle aggressioni avvenute dal 2017 a oggi – spiega Manuel Ruggiero, medico del 118 e presidente dell’associazione – Gli osservatori che stanno nascendo adesso dalle aule universitarie, non hanno contatto diretto con i lavoratori e, cosa più grave, non hanno il polso della situazione. Sono quasi certo che i dati li abbiano pescati dalle nostre comunicazioni visto che siamo gli unici a denunciare le aggressioni».
I numeri riferiti dall’Osservatorio fanno saltare dalla sedia chi legge, ma in realtà le aggressioni in questi due anni sono diminuite. «Dall’osservatorio hanno affermato che negli anni della pandemia i fenomeni violenti sono aumentati e invece sono diminuiti – commenta il dottor Ruggiero – Dall’inizio del 2022 a marzo ci sono state 11 aggressioni, gli altri anni ne abbiamo registrate 11 solo nel mese di gennaio». Complice la paura del virus, le persone vedevano nei medici (che sempre dovrebbero essere visti così) l’unica speranza di salvezza in caso di contagio, ma se la violenza fisica è diminuita, lo stesso non si può dire per gli attacchi che sono andati in scena sui social. «In questi due anni sono aumentate le aggressioni social che prima rimanevano all’interno delle mura ospedaliere. Per non parlare dei No Vax e altre persone che si sono riversati in strada per urlare il loro dissenso. Resta comunque il problema delle aggressioni agli operatori sanitari soprattutto nei confronti di coloro che lavorano a bordo del 118». La soluzione? «Bisogna stare attenti alle sentinelle dell’aggressione e agire prima che questa accada – afferma Ruggiero – tante volte c’è bisogno di un’auto della polizia che scorti l’ambulanza, per questo dico all’osservatorio federiciano: collaborate con noi, chiamateci e facciamolo insieme. Sarebbe stato più logico interfacciarsi prima con l’associazione perché fornire numeri, e non soluzioni concrete, è del tutto inutile».
Dall’osservatorio universitario, intanto, fanno sapere che l’obiettivo è proprio questo: divulgare il fenomeno, identificare strategie di contenimento e di prevenzione per provare a far diminuire sensibilmente la problematica. Anche perché se si guardano i dati nazionali, il numero di aggressioni è veramente altissimo: 5mila ogni anno, secondo i dati riportati dall’Inail. «Chiediamo il rispetto per gli operatori – ha affermato Gaetano D’Onofrio, direttore Asl Napoli 3 Sud – che a tutti i livelli offrono la loro professionalità per dare risposte di salute. Aggredire, anche solo intimidire, i sanitari significa avere meno assistenza perché si va a incidere anche sull’aspetto psicologico degli operatori, vuole dire determinare una difficoltà anche per gli altri pazienti, ma soprattutto vuol dire far venire meno quel tessuto sociale che è alla base di ogni consesso civile». E un paese che aggredisce i medici chiamati eroi solo quando l’emergenza ci tocca da vicino, di civile non ha nulla.
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