Con l’arrivo dell’estate il nervosismo sembra essere arrivato alle stelle. Le aggressioni contro i sanitari aumentano e a questo si aggiunge una novità rispetto agli altri anni: la rabbia no-vax. Ennesimo episodio di questo tipo lo racconta la pagina Facebook di “Nessuno Tocchi Ippocrate” che quotidianamente racconta la lotta, e in questo caso è letteralmente così, a cui i medici sono sottoposti durante il loro prezioso servizio, soprattutto in tempi di Covid. Lo spiacevole episodio si è verificato nel territorio dell’Asl Napoli 2.

Un’infermiera del 118 racconta che mentre con l’equipe prestava servizio alla postazione Casalnuovo Mike, hanno avuto una chiamata per un codice giallo neurologico ad Acerra. “Giunti sul posto, io (CPSI) e il medico iniziamo a salire a casa della paziente – racconta l’infermiera – nella stanza c’erano dieci persone ovviamente tutti senza mascherina e la paziente in totale crisi isterica”.

Dopo aver preso tutti i parametri e somministrato farmaci tranquillanti, appena la situazione di emergenza è rientrata circa un quarto d’ora dopo l’infermiera chiede se la signora è vaccinata. “Una ragazza di circa 20anni inveisce contro di noi urlando: ’Siamo no-vax, siete voi che ci portate il virus’”. Ennesima follia no-vax nei confronti di chi da due anni lotta in prima linea per combattere il virus, bardata da testa a piedi anche quando fa caldissimo.

“Allora alla mia domanda sul perchè chiamare il 118 lei controbatte – continua il racconto dell’infermiera – ‘perché è dovere vostro!’. Sempre con aria minacciosa e avvicinandosi a un palmo dal viso urla dicendo: ‘voi siete infetti è così dovete essere trattati’ (ovvero con le minacce). Dopo un po’ la ragazza viene allontanata e per fortuna la paziente si riprende e chiede scusa”. Una storia di ordinaria follia, ma almeno qualcuno ha capito o almeno ha gradito il soccorso dei sanitari del 118.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.