Non solo bombe e stese intimidatorie nei pressi di abitazioni dove vivono rivali o attività commerciali da taglieggiare. La camorra torna a sparare nell’area a nord di Napoli e lo fa nel comune che più di tutti è sotto i riflettori (o almeno dovrebbe esserlo) da diversi mesi a questa parte: Arzano. Un agguato avvenuto poco prima delle 20 di giovedì 17 marzo nei pressi di un circolo ricreativo presente in via Roma.

Almeno nove i colpi esplosi dal commando. Una pioggia di piombo che ha raggiunto agli arti inferiori due persone. Si tratta di Daniele Laperuta, 32enne incensurato, e Antonio Alterio, 28enne pregiudicato fratello di Raffaele ‘o sceriffo, arrestato il 12 febbraio 2021 per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, e figlio di Gaetano Alterio, ucciso a 34 anni in un autolavaggio ad Arzano (4 settembre 2004).

Laperuta è stato raggiunto da un proiettile alla caviglia, Alterio da una pallottola al piede. Entrambi non sono in pericolo di vita e sono stati assistiti dai medici dell’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore. Le indagini sono affidate ai carabinieri della compagnia di Casoria che hanno raccolto (all’interno del circolo e sul marciapiede esterno) nove bossoli calibro 9×21. Non è chiaro se l’obiettivo dei sicari era quello di uccidere o lanciare l’ennesimo raid intimidatorio al gruppo rivale.

Lo scontro Monfregolo-Cristiano e la risposta alla tentata strage del Roxy Bar

Ad Arzano la situazione è sempre più incandescente nonostante passerelle politiche, indagini a rilento e comunicazioni scarne di una Procura, guidata da Giovanni Melillo, che lamenta poi l’uscita di scena dal dibattito pubblico della parola camorra. Ma andiamo alla cronaca degli ultimi mesi per ricostruire la totale anarchia criminale vigente nei comuni a nord di Napoli dove tra Arzano, Frattamaggiore, Frattaminore, Caivano, Casoria e Afragola gli equilibri criminali sono cambiati ed è in corso una guerra per il controllo del territorio che vede protagonisti alcuni gruppi interni al clan Amato-Pagano (in contrasto tra loro) e reduci del clan Moccia.

Quanto all’agguato di giovedì 17 marzo, Antonio Alterio (che fino a qualche anno fa lavorava in una pizzeria) sarebbe vicino al gruppo della 167, la zona delle case popolari di Arzano, guidato da Giuseppe Monfregolo, 33 anni, scarcerato lo scorso gennaio dopo due anni e mezzo perché la condanna in primo grado per estorsione non è esecutiva. Attualmente è sottoposto all’obbligo di firma. Un ritorno che ha provocato l’allontanamento da Arzano del gruppo Cristiano-Mormile, migrato verso la vicina Frattaminore dopo la tentata strage del Roxy Bar del 24 novembre scorso.

Quella sera, intorno alle 20, due sicari fecero irruzione all’intero dell’esercizio commerciale sparando ben dieci volte. Il bilancio iniziale era di cinque feriti (due in pericolo di vita, altri due raggiunti dalle pallottole per errore). Dopo tre giorni Salvatore Petrillo, 29 anni, è morto all’ospedale San Giuliano di Giugliano. Era il cugino di Pasquale Cristiano, alias Picstick, arrestato lo scorso giugno dopo che aveva sfilato in Ferrari per le strade della cittadina per celebrare la comunione del figlio, nonostante fosse ai domiciliari.

Le minacce al colonnello e al parroco

Dopo la tentata strage, che ha riacceso i riflettori dei media su una situazione sempre più incandescente, il gruppo Cristiano, indebolito anche dai recenti arresti, sarebbe stato costretto a lasciare la zona della 167 alla volta della vicina Frattaminore. Quello che è avvenuto nelle scorse ore potrebbe essere la risposta a quanto avvenuto oltre tre mesi fa al Roxy Bar.

Intanto il “Comitato di liberazione dalla camorra Area Nord di Napoli“, in una nota, chiede maggior presenza delle forze dell’ordine e incremento della videosorveglianza, completamente assente in molte zone nell’area a nord di Napoli. Richieste che vanno avanti da tempo e che, al momento, producono solo una reaizone immediata e repressiva dello Stato, con controlli stringenti nei giorni successivi all’azione criminale salvo poi tornare alla ‘normalità’ quotidiana. ‘Normalità’ fatta di bombe e stese intimidatorie, minacce al capo della polizia municipale di Arzano, il colonnello Biagio Chiariello, che secondo il  manifesto funebre trovato nei pressi degli uffici della polizia locale lo scorso 7 marzo, sarebbe dovuto morire il 10 marzo.

Minacce anche a don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano, celebrato dalla camorra nel giorno del suo compleanno con un petardo lasciato esplodere all’esterno della chiesa che da decenni dirige nel Parco Verde.

NB: Nella foto: A sinistra Giuseppe Monfregolo. A destra Antonio Alterio (in alto), il circolo ricreativo dove è avvenuto l’agguato (al centro), Raffaele Alterio detto ‘Sceriffo’ (in basso)

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.