La bomba contro la Chiesa e le istituzioni latitanti
La camorra sfida don Patriciello ma lo Stato ama le passerelle: “Ho firmato testamento, non posso solo benedire ragazzi uccisi”
La camorra lancia un petardo contro la chiesa di don Maurizio Patriciello, che, insieme a una scuola e a poche associazioni, rappresenta l’unica presenza dello Stato nel Parco Verde di Caivano. Il parroco originario di Frattaminore (dove da mesi è in corso un altro scontro tra famiglie contigue alla criminalità organizzata) è da decenni l’unica presenza quotidiana per la cittadinanza. L’unico punto di riferimento per numerosi cittadini che vivono in un luogo della provincia di Napoli dimenticato dalle istituzioni. Un luogo dove da anni l’attività principale di (pochi) residenti è lo spaccio di droga h24. Parti, prendi l’uscita dell’Asse Mediano e ti trovi già nel market dello spaccio.
Le forze dell’ordine? Non bastano. E non sempre l’unica soluzione è rappresentata dalla repressione. Ne arresti 10 e poco dopo altri 10 sono pronti a riprendere l’attività principale della zona perché alternative lo Stato non ne offre. A poco servono le operazioni passerella dopo eventi che suscitano clamore mediatico. Due settimane di controllo assiduo del territorio e poi si prosegue con operazioni ad “alto impatto” sporadiche.
La Procura? Le indagini vanno a rilento, le prove acquisite sono poche e le deleghe con le quali consente di poter diffondere informazioni scarne e incomplete finiscono solo per creare più confusione nell’opinione pubblica. Prendete il caso di Antonio Natale, il giovane del parco Verde scomparso a settembre e ritrovato cadavere dopo circa una settimana, nel corso della quale la famiglia aveva esplicitamente chiesto alla camorra della zona di pronunciarsi sulla scomparsa. Natale venne ritrovato sotto il terreno di un campo, nella periferia della periferia. Chi l’ha ucciso? Ah saperlo. Dopo mesi è emerso solo che la famiglia presso la quale spacciava è finita in carcere per droga, compreso l’ultima persona con la quale Antonio si trovava nel giorno della sua scomparsa.
Ma l’importante è mettere in cattiva luce quei pochi parroci che fanno entrare i camorristi in chiesa, sollevando polemiche anche da parte dello stesso Don Patriciello.
Nella giornata di domenica 13 marzo abbiamo assistito all’ennesima passerella delle Istituzioni. Tra chi si è recato fisicamente presso la parrocchia San Paolo Apostolo del Parco Verde di Caivano e chi, come il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha telefonato a don Patriciello per esprimergli solidarietà e vicinanza. Ma il giorno dopo lo Stato non c’è più e i pochi presidi di legalità sul territorio si ritrovano nuovamente soli.
Tanto che lo stesso parroco, nel corso della trasmissione “Studio Mattina” su Canale 9, dice di aver “firmato il mio testamento. Abbiamo messo tutto in conto quando siamo diventati sacerdoti, continuo per la mia strada. Alcuni camorristi pensano che dovrei limitarmi a celebrare messa e benedire i loro figli quando vengono uccisi. Non è così, continuo il mio percorso mentre da queste parti continuano le ‘stese’ di giovani pistoleri che terrorizzano i residenti a colpi di kalashnikov. Per quanto mi riguarda, se avessi voluto una vita comoda non avrei fatto il prete. Sono solo un povero parroco che annuncia il Vangelo”.
Sulla solidarietà espressa dal Capo dello Stato, aggiunge: “Se il Presidente Mattarella si e’ scomodato per chiamare me, di domenica, vuole dire che la cosa evidentemente preoccupa anche lui e gli inquirenti”.
Le indagini nell’omertà più assoluta
Il petardo, fatto esplodere nella notte tra venerdì e sabato, ha danneggiato parte del cancello pedonale di accesso al cortile della chiesa. I carabinieri della tenenza di Caivano e della Compagnia di Casoria sono a lavoro per rintracciare i responsabili. Al vaglio le telecamere della zona. Poi null’altro perché l’omertà regna e nessuno al momento (così come è capitato già in passato) si è fatto avanti per fornire informazioni utili alle indagini.
Un episodio simili si verificò anche la scorsa estate quando il campo estivo per i bambini venne chiuso dallo stesso don Patriciello dopo l’ennesima stesa della criminalità organizzata locale. Ben 26 le pallottole esplose, partite da armi diverse, esplose poco prima delle 21 dell’8 luglio scorso. A quell’ora in strada c’era ancora gente così come c’era ancora luce.
Il Parco Verde, al pari del rione Salicelle ad Afragola, e del rione Traiano a Napoli, è diventata una delle principale piazze di spaccio a cielo aperto e h24 dopo lo smantellamento delle principali basi di vendita a Scampia. Tanti affiliati dei clan protagonisti della faida di Scampia (Di Lauro-Scissionisti) hanno trovato asilo malavitoso tra le palazzine popolari di Caivano arrivando a guadagnare anche 130mila euro al mese.
Qui lo Stato mostra i muscoli solo quando bisogna arrestare e chiudere (temporaneamente) casa, scantinati e altri edifici adibiti allo smercio della droga. Attività di riqualificazione e di rilancio del territorio sono al palo da anni ad eccezione dell’impegno costante di poche associazioni e della parrocchia San Paolo Apostolo.
Camorra al Parco Verde, don Patriciello: “Bimbi di serie Z, chiuso centro estivo”
Lo scorso luglio così si esprimeva don Patriciello: “Siamo stati abbandonati da tutti. Questi bambini non sono nemmeno di serie B. Sono di serie Z, senza diritti. Giovedì sera in chiesa ho tenuto una catechesi, la chiesa era piena di adulti. Da poco era finito il Grest dei bambini e grazie a Dio erano tornati a casa. Si sono cominciati a sentire spari, c’è voluto poco per capire che non erano fuochi d’artificio ma erano spari da arma da fuoco e forse anche armi pesanti. E’ durato parecchio, è arrivato il terrore, il parco si è svuotato completamente con queste persone che sparavano: erano evidentemente un clan contro l’altro per affermare il loro potere”.
“Non mi perdonerei mai se dovesse capitare qualcosa ad un bambino. L’Immagine della piccola Noemi che porta i segni sul suo corpo è davanti a tutti. Sono addolorato perché in un Paese dove si urla la difesa dei diritti a destra e manca, questi bambini non hanno diritto nemmeno ai diritti di serie Z. Abbandonati da tutti”.
“Stanchi delle passerelle politiche, ci vuole cabina di regia”
“Il Parco Verde è la più grande piazza di spaccio d’Europa, lo sanno tutti e che si fa? Stamattina parlavo coi carabinieri, non ce l’ho con nessuno, ma manca la volontà politica di prendere sulle spalle questi problemi. Questi posti – sottolinea don Maurizio – sono un obbrobrio che non doveva nascere mai e adesso ci vorrebbe una cabina di regia, un coordinatore, qualcosa, qualcuno; avevamo appuntamento con Mara Carfagna; in questi anni sono venuti 5-6 ministri ma la gente è stanca anche della loro presenza perché si limitano a passerelle“.
Don Patriciello incalza: “C’è un silenzio di morte, questi bambini non vanno nemmeno in vacanza come tanti loro coetanei perché non ne hanno la possibilità, le case sono piccole, già c’è stata la pandemia. I bambini stanno chiusi dentro ma come possono crescere così? Tutti hanno diritto ai loro diritti ma i bambini non hanno nemmeno diritti di serie Z. A respirare non hanno diritto, alla salute nemmeno perché l’ambiente inquinato ha rovinato la salute a tutti, non hanno il diritto di scendere dalle loro case minuscole. Sono di serie z. Al momento opportuno non c’è nessuno . Ci dovremmo vergognare tutti”.
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