«Ma la gente dove sta? Qui, tolti i giornalisti e i fotografi, siamo pochi». Don Maurizio Patriciello, il prete di Caivano noto per le battaglie contro le conseguenze della Terra dei Fuochi, ha partecipato in piazza con il senatore Sandro Ruotolo ad una manifestazione a Frattaminore, organizzata dopo l’escalation di esplosioni di ordigni avvenute nei giorni scorsi. «Forse la gente ha paura? O si è abituata a questo clima?», ha aggiunto don Maurizio ritenendo che entrambe le ipotesi «abbiano diritto di cittadinanza».

Il clima nell’hinterland a nord di Napoli è particolarmente teso. La gente ha paura di un ritorno della stagione delle bombe, i clan in guerra per il controllo su nuove fette di malaffare nel territorio si avvantaggiano di questo silenzio. Perché anche quando il silenzio è dettato dal terrore e non dalla connivenza è pur sempre una barriera dietro la quale la camorra riesce a nascondersi per continuare a tessere le sue trame. «Se salterà un bambino per una di queste bombe – ha aggiunto don Maurizio Patriciello – chi ci darà il coraggio poi di andare a dormire?». Perché nella storia di queste terre di frontiera, alla periferia della periferia, ci sono stati in passato anche tragedie di vittime innocenti, finite per errore nel mirino della criminalità organizzata.

Le tre bombe fatte esplodere una dietro l’altra nei giorni scorsi, attentati dinamitardi messi in atto con il chiaro intento di lanciare messaggi di terrore e di prevaricazione, hanno gettato in un nuovo incubo gli abitanti di Frattaminore e zone limitrofe. «Non è il momento di stare a casa», ha tuonato don Patriciello evidenziando che «ad un problema immediato bisogna dare delle risposte immediate». Se la gente del luogo non ha colto il grido di allarme lanciato dal parroco anticamorra, lo hanno invece fatto i sindaci e qualche altro prete di frontiere. Quelli citati anche dal procuratore generale Luigi Riello qualche settimana fa nel suo discorso alla inaugurazione dell’anno giudiziario, quelli che non sono dei don Abbondio perché hanno il coraggio di non abbassare lo sguardo di fronte ai boss della camorra.

E così, ieri, una decina di sindaci di vari Comuni del Napoletano hanno raggiunto Frattaminore per portare la solidarietà all’amministrazione locale e alla comunità dei cittadini dopo l’esplosione degli ordigni negli ultimi giorni. Il sindaco di Frattaminore, Giuseppe Bencivenga, ha annunciato che lunedì prossimo, accompagnato proprio da don Maurizio Patriciello, si recherà dal prefetto di Napoli Claudio Palomba. «Siamo qui questa sera per dire che vogliamo essere un popolo libero dalla paura perché la paura soffoca, dobbiamo essere persone capaci di essere in dialogo», ha aggiunto il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo.

«Dobbiamo anche trovare la forza di alzare la voce», ha ribadito. «C’è qui un’emergenza criminale. In pochi giorni ci sono state diverse bombe e in questo momento è importante far sentire alla comunità di Frattaminore che non è sola», ha affermato il senatore Sandro Ruotolo affiancando il vescovo Spinillo e don Patriciello nell’incontro a Frattaminore in piazza con la popolazione. «C’è bisogno di vedere più divise in strada, facciamo un appello alle autorità ad ascoltare il territorio. E ai cittadini – ha aggiunto – chiediamo di rompere con l’indifferenza, anche se è pur vero che a loro non possiamo chiedere di essere degli eroi. Dobbiamo uscire dalla solitudine altrimenti perdiamo tutti».

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).