L’ex parlamentare e pasionario del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista ha annunciato la fondazione di una nuova associazione politica. Non una nuova versione, nostalgica e citazionista di quel Movimento degli esordi, quando Dibba infuocava le piazze con gli ex compagni di lotta e di partito Luigi Di Maio e Roberto Fico, per esempio. Piuttosto il progetto di un nuovo contenitore per chi vuole fare politica ma non si riconosce dei partiti, per chi vuole fare politica fuori dalle istituzioni.

“L’idea dopo le elezioni, con altre persone è creare un’associazione con cui fare politica fuori dalle istituzioni aggregare idee, fare proposte tante persone hanno desiderio di partecipare fuori dalla vita politica, non è che la fanno solo gli onorevoli della Repubblica. Continua a essere avvilente poter solo fare una croce su un simbolo”. L’annuncio del progetto è stato lanciato a Bologna, in piazza Lucio Dalla, in occasione del festival di The Post Internazionale (Tpi) che ospitava il dibattito.

“Non è che uno deve rifare cose già fatte in passato. Mi piace la politica, mi piace partecipare, penso di avere anche una responsabilità come cittadino capace di aggregare e fare da megafono per alcune battaglie. Oggi lo faccio per il No alle armi a Kiev, sono tentativi di lavorare sula condivisione della pace e mondialità. Fare politica fuori dalle istituzioni da libero cittadino credo nobiliti le battaglie che si fanno”.

Di Battista ha rifiutato di candidarsi alle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Anzi, ha precisato lui stesso, il leader del M5s ed ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte non gliel’ha mai chiesto. “Io l’ho chiamato, c’erano ancora delle resistenze interne alla mia candidatura, abbiamo capito che siamo ancora in disaccordo, magari tra qualche tempo lo saremo di meno.  Ma la mia libertà per me è molto importante, per questo scrivo e farò un’associazione civica. Come cittadini dobbiamo crescere”.

Di Battista ha voluto rendere noto chi voterà lui. “Chi voterò lo deciderò nella cabina elettorale, il voto appartiene a me e a nessun altro non ho mai dato indicazioni di voto neanche quando ero in parlamento. Credo che vincerà la Meloni anche se io non la voterei neanche sotto tortura, ma sono convinto che quando Letta parla le fa guadagnare voti, perché anche il Pd è di destra. Meloni non è il nuovo che avanza, è una politica politicante”. Dibba non si è fatto sfuggire l’occasione e ha lanciato un paio di bordate: se per il Pd “il punto più basso” era già stato candidare Pierferdinando Casini a Bologna, “la cosa più ridicola” è stata candidare Di Maio.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.