Anche Antonio Ingroia si aggiunge alla lista dei complottisti. L’ex magistrato della presunta trattativa Stato-mafia, reduce dagli insuccessi in politica (con Rivoluzione Civile e come candidato sindaco a Campobello di Mazara) e dalla condanna a un anno e dieci mesi per peculato per la gestione della Sicilia e-Servizi, ha ‘sparato’ una affermazione che ha del clamoroso.

Durante un suo intervento ai microfoni di Klaus Davi per la trasmissione “Klauscondicio”, l’ex magistrato ha riferito che “questa pandemia non è stata casuale ma è stata determinata, penso proprio che sia possibile che le mafie italiane e quindi la ‘Ndrangheta abbiano avuto un ruolo”. Per Ingroia “i capi della mafia italiana siedono al tavolo mondiale delle mafie internazionali, quindi di quella cinese, per cui, sia pure in modo indiretto, non si può escludere che la ‘Ndrangheta abbia avuto un ruolo all’origine di questo virus, seppure indiretto”. Parole da mani nei capelli, buttate lì senza una prova, che ovviamente hanno generato un polverone di polemiche.

Di diverso stampo invece le parole su come le organizzazioni criminali di stampo mafioso possano trarre vantaggio dall’emergenza Coronavirus. Un allarme lanciato anche da prefetti e dallo stesso ministero dell’Interno guidato da Luciana Lamorgese. “Imporre il lockdown aiuta le mafie e non è detto che sia un aiuto involontario. Magari un domani scopriremo che non è stato un atto involontario per chi lo impone. Dal lockdown mafia e ‘Ndrangheta traggono oggettivi benefici prestando soldi, rilevando aziende in difficoltà. Per loro è un aiuto perché li rende protagonisti dal punto di vista finanziario”, ha detto l’ex procuratore di Palermo al giornalista.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia