Gli arresti sono arrivati alle prime luci dell’alba, quando i carabinieri del comando provinciale di Palermo, su inchiesta della locale Direzione distrettuale antimafia e su ordinanza emessa dal Gip Palermo Walter Turtirici, hanno fatto scattare le manette per tre persone: una delle quali ristretta in carcere, e due sottoposte agli arresti domiciliari.

I reati contestati sono quelli di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, traffico di influenze illecite aggravato dall’aver favorito l’associazione mafiosa. Tra i nomi coinvolti c’è anche l’ex consigliere comunale di Palermo di Fratelli d’Italia Mimmo Russo, in carica fino a giugno 2022, da oggi in carcere. Domiciliari per Gregorio Marchese e Achille Ando.

Il centro commerciale e le assunzioni da scambiare con i voti

Dal quadro indiziario emergerebbe l’esistenza di un comitato di interessi, in cui l’esponente politico si sarebbe adoperato in favore dell’approvazione di una variante al Piano Regolatore cittadino, per modificare la destinazione di un’area geografica da “verde agricolo” ad “area commerciale”, favorendo gli interessi di un imprenditore, impegnato nella costruzione di uno shopping-center nel capoluogo siciliano. In cambio, avrebbe ottenuto come contro partita negli anni successivi un cospicuo numero di assunzioni, da promettere a sua volta a soggetti legati alla criminalità organizzata, in cambio di un forte sostegno elettorale da parte dell’organizzazione mafiosa in occasione delle elezioni.

Il controllo sull’ippodromo e il pacchetto di assunzioni alla Conad

Secondo altre prove raccolte, Russo avrebbe esercitato anche ingerenze nei confronti di una società gestente l’ippodromo di Palermo, condizionandone l’operato della stessa affinché si piegasse al volere dei suoi referenti mafiosi e concorrendo con questi ultimi nella commissione di estorsioni aggravate, ai danni di liberi professionisti che avevano svolto incarichi per conto di quella realtà economico-sportiva e che sono stati costretti, con la minaccia, a rinunciare, in tutto o in parte, al loro compenso. L’inchiesta ha anche ricostruito la promessa ottenuta dal politico di un pacchetto di assunzioni in una società operante nel settore della grande distribuzione alimentare, (Conad) in cambio di agevolazioni presso gli uffici del comune di Palermo e di un incarico di sottogoverno da attribuire a un rappresentante della medesima società.

Tra le due persone assunte nei supermercati ci sarebbero l’amante del boss di Brancaccio Stefano Marino e la nuora del capomafia ergastolano Scimone. Come riportato dall’Ansa il politico in un’intercettazione avrebbe confermato ad un sindacalista il suo modus operandi volto ad accettare il sostegno elettorale da parte di ambienti mafiosi che avrebbero dovuto supportarlo nelle elezioni comunali di Palermo nel 2022: “Tu devi votare, che i figli di quelli in galera devono entrare. O hanno una certa mentalità, sono cristiani (mafiosi ndr) o io li butto”.

Redazione

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