L’assegno unico e universale, il sostegno economico per le famiglie con figli a carico previsto dal decreto legislativo 21/12/2021, n. 230, racchiude diverse novità, indicate in realtà già nella sua definizione.

È ‘unico’, perché racchiude sei delle attuali misure previste per il welfare familiare (lasciando in vita solo il bonus asilo nido). Ed è ‘universale’ perché possono richiederlo tutti i nuclei familiari con figli minorenni, nuovi nati dal settimo mese di gravidanza, maggiorenni fino a 21 anni (in determinati casi) e con disabilità senza limiti di età indipendentemente dall’occupazione dei genitori. Quindi anche lavoratori autonomi, liberi professionisti, incapienti o disoccupati.

Per richiederlo sarà necessario l’Isee: ed è questa la rivoluzione rispetto al passato, perché fotografa non solo la situazione reddituale, ma anche quella patrimoniale. Vale a dire, la giacenza media dei conti correnti, il possesso di un’auto o di un’abitazione, che non per forza indicano la ricchezza di una famiglia. Come, per esempio, nei casi di immobili ricevuti in eredità. Per cui l’importo dell’assegno potrebbe essere inferiore rispetto alle attese.

Come funziona l’assegno unico universale

L’assegno unico e universale per i figli è corrisposto dall’Inps e ha un importo variabile modulato in maniera progressiva: da un massimo di 175 euro per ciascun figlio minore con ISEE fino a 15mila euro, a un minimo di 50 euro per ciascun figlio minore in assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 40mila euro. Gli importi per ciascun figlio possono essere maggiorati per i nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo), madri di età inferiore a 21 anni, figli con disabilità.

Ma l’assegno unico universale familiare avrà davvero dei benefici per ogni classe di reddito? Alcune simulazioni realizzate dalla Fondazione consulenti per il lavoro possono offrire un quadro più chiaro.

Reddito oltre i 50mila euro e due figli a carico

In questo primo caso, entrambi i genitori, coniugati, sono lavoratori dipendenti con due figli a carico maggiori di 3 anni e un reddito totale di 51.150 euro. Lo scorso anno potevano contare sui 1.458 euro di detrazioni per i due figli, a cui si aggiungeva l’assegno familiare di 753 euro: un totale di benefici nel 2021 di 2.211 euro, per un assegno mensile di 184 euro.

Nel 2022, con un Isee di 23.850 euro, le vari detrazioni per i figli confluiranno nell’assegno unico, per un totale di 3.595 (assegno mensile di 299,60 euro): in questo caso il beneficio stimato annuo è di 1.383 euro in più rispetto all’anno precedente.

Isee stimato di 38.500 euro

In questa seconda proiezione, viene sempre preso in considerazione il nucleo familiare precedente, ma con un Isee stimato a 38.500 euro e ne mostra proprio l’impatto. Ossia al reddito da lavoro dipendente si aggiunge quello derivante dal patrimonio (derivante per esempio da immobili di proprietà.) L’assegno quindi è di importo inferiore: 1.423 euro, ossia 118 euro al mese, con una perdita per la famiglia di 788 euro rispetto al 2021. 

Famiglia con figlio disabile

Il terzo esempio prevede un padre lavoratore, una madre casalinga e un figlio disabile maggiore di 3 anni. Il reddito da dipendente del padre di 27.000 euro dava diritto nel 2021 a un totale annuo di benefici per carichi familiari pari a 2.955 euro.

Quest’anno invece lo stesso nucleo familiare avrà un Isee di 14.084 euro, con un assegno unico unico di 2.100 euro, che prevede una maggiorazione per figli con disabilità grave da 1.140 euro. In questo caso c’è un guadagno annuo di 284 euro rispetto all’anno precedente, per un totale di  3.240 euro.

Genitori dipendenti con due figli e reddito ‘medio-alto’

Il quarto caso prende in esame un nucleo familiare con due genitori e due figli di età superiore ai 3 anni, con un reddito dichiarato di 53mila euro nel 2021, per cui nel 2021 era previsto un beneficio totale annuo per carichi familiari pari a 2.146 euro.

Nel 2022 invece, con lo stesso reddito, l’Isee sarebbe superiore a 40 mila euro: in questo caso scatta la quota fissa di 50 euro, per un assegno unico annuo di 1.200 euro. La perdita stimata annua è quindi di 946 euro.

Genitori dipendenti con due figli e redditi elevati

Un altro esempio riguarda una famiglia, con due figli di età superiore a 3 anni, che nel 2021 dichiarava un reddito elevato, ossia di 165.800 euro derivante dal lavoro dipendente di entrambi i genitori. Il beneficio per carichi familiari era di 468 euro.

Con l’assegno unico per i figli la coppia ha un ‘guadagno’ di  732 euro, perché non presenterà ISEE (dato che è superiore a 40mila euro) e potrà quindi accedere al contributo base: 100 euro al mese per due figli.

Genitori non sposati

L’ultimo esempio elaborato dalla Fondazione consulenti per il lavoro riguarda una coppia non sposata, ma convivente, lavoratori dipendenti con due figli maggiori di tre anni.

In questo caso la richiesta dell’assegno familiare ANF veniva inoltrata dalla madre, con entrambi i figli a carico e un reddito di 15mila euro. Questo portava a un assegno familiare di 3.074 euro e detrazioni per i figli pari a 1.498 euro, con un totale di 4.572 euro e un assegno mensile di 381 euro.

Con le nuove norme, l’Isee è di 22.840 euro: l’assegno unico sarà di 4.570 euro, ossia 380 al mese. Con una perdita stimata di appena 2 euro rispetto al 2021. Ma solo perché in questo caso si applica la maggiorazione, di carattere transitorio per il triennio 2022-24, prevista per ISEE inferiori a 25mila euro,  pensata proprio per ridurre eventuali differenze in negativo tra il nuovo assegno unico per i figli e la somma dei trattamenti vigenti.

 

Roberta Davi

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