Se non c’è Travaglio, c’è Scanzi e se per caso uno dei due è impegnato, ecco che arriva Padellaro. Non c’è giorno che qualcuno del Fatto quotidiano non sia protagonista della puntata di Otto e mezzo, a tal punto che da tempo circola la battuta (ma è una battuta?): anche oggi Lilli Gruber è ospite da Travaglio. La linea è una e indivisibile: difendere a spada tratta il governo Conte (1, 2… e ci fermiamo qui per il momento). Accada quel che accada tutti a testuggine per proteggere Giuseppi. Figuriamoci quindi se sulla sedia, in studio, si trova una “renziana”, una colpevole come Maria Elena Boschi di muovere critiche al manovratore.

Una che ha osato dire che i 209 miliardi del Recovery fund vanno gestiti in maniera collegiale, che i tecnici non possono sostituire la politica, che serve maggior condivisione per gestire un passaggio decisivo per la ricostruzione del Paese e uscire dalla crisi. Guai. Conte non si tocca. Conte non si può criticare. Così invece di discutere del merito delle questioni, la giornalista ha incalzato l’ex ministra per le foto con il fidanzato Giulio Berruti, nelle quali i due compaiono senza mascherina. Addirittura, matti, si baciano. Sono foto “rubate” e pubblicate sulle testate di gossip. Ma per Gruber non vanno bene, sono da stigmatizzare, non rispettano le regole. Boschi si difende, spiega che sono congiunti, che avevano abbassato la mascherina qualche minuto. Ma la conduttrice di Otto e mezzo non perdona: Boschi ha dato il cattivo esempio.

Viene il sospetto che l’attacco fosse studiato ad arte, una manovra per mettere in cattiva luce la deputata di Italia viva e con lei le ragioni che rappresenta sul Recovery e sull’attuale fase del governo. Una strategia vincente, purtroppo, soprattutto in tv, dove spesso il gossip vince sul merito dei problemi, dove il pettegolezzo detta la linea. Ma supponiamo pure che Gruber fosse in buona fede e che davvero fosse convinta delle sue critiche. Bisogna sentirsi un’erede di Savonarola per incalzare davanti a migliaia di spettatori un’altra persona chiedendole conto dei suoi comportamenti privati. Non ha infatti contestato un suo voto in Parlamento o una dichiarazione su un provvedimento, ma ha questionato su un momento della vita privata di Boschi e del suo compagno. La politica spesso viene raccontata in questo modo. Non per le grandi questioni che smuove o per le grandi decisioni che si stanno per prendere o si sono prese, ma giudicando, come in un tribunale della morale, i singoli comportamenti.

Il moralismo al potere, ben rappresentato negli anni passati dal successo grillino (successo per fortuna in declino) ha questa caratteristica: si colpisce non l’idea, ma la persona, non la decisione che ha una ricaduta sulla vita anche degli altri, ma le scelte che possono dar fastidio al nostro sistema di valori. Maria Elena Boschi non si è vantata di stare senza mascherina (lo fanno altri deputati e in questo, certo, sbagliano), non si è fatta fotografare appositamente. Stava vivendo la sua vita privata e nessun regolamento, se non sbagliamo, dice che non ci si possa levare la mascherina in presenza esclusivamente di quello che a tutti gli effetti è un congiunto. Sì, non c’è altra definizione: si chiama moralismo, e anche a buon mercato.

Verrebbe da fare qualche domanda allora a Lilli Gruber. Perché anche lei in studio con Boschi non indossava la mascherina? Sì, erano a distanza, ma non è certo un buon esempio… Stiamo esagerando. Chiaro che in uno studio, stando lontani, si può stare. Ma questa malleabilità non deve valere solo per la tv, ma per tutti. Anche perché può capitare a chiunque di essere fotografato, intercettato, spiato e per questo attaccato. Una conversazione, una foto, una dichiarazione se estrapolati dal contesto rischiano di apparire molto diversamente da quello che veramente sono. Quindi cara Gruber, basta con i pettegolezzi e basta con questa difesa di Conte senza se e senza ma.

Parliamo di cose serie. Per esempio parliamo della questione Philip Morris sollevata dal Riformista. Perché non la ha mai affrontata nella sua trasmissione? Perché non ha mai chiesto ai Cinque stelle se hanno ricevuto pressioni da Casaleggio per votare a favore della multinazionale del Tabacco? Perché, Gruber, non lo ha fatto? Eppure qui, a proposito di cattivo esempio, ci sarebbe molto da dire…

 

https://video.ilriformista.it/maria-elena-boschi-e-i-selfie-senza-mascherina-siamo-congiunti-eravamo-soli-abbiamo-abbassato-la-mascherina-solo-per-un-selfie-hOVl2SFSd0

Avatar photo

Vicedirettrice del Riformista, femminista, critica cinematografica