Tensione altissima tra Israele e Palestina
Attentato a Gerusalemme, auto travolge e uccide bimbo di 6 anni e un 20enne: i timori di una terza Intifada
Una situazione sempre più incandescente e il timore in Israele e a Gerusalemme è quello di una terza Intifada palestinese in reazione alle politiche promesse dal governo di estrema destra israeliano guidato da Benjamin Netanyahu.
La cronaca delle ultime ore segnala infatti a Gerusalemme l’ennesimo attacco palestinese: due i morti, un bambino di 6 anni e un 20enne, cinque i feriti.
Attacco avvenuto nel quartiere di Ramot, nella parte orientale di Gerusalemme, dove un’auto ha travolto diverse persone ferme ad una stazione di autobus. Al volante della vettura trasformata in arma c’era un palestinese originario di Betlemme e residente in città: l’uomo è stato ucciso da un poliziotto in borghese presente sulla scena dell’attentato.
Un altro bambino ferito, di otto anni, risulta essere in condizioni critiche, mentre tra i feriti ci sono due uomini sulla trentina, anche questi in gravi condizioni, un uomo sulla quarantina e un bambino di 10 anni in condizioni moderate, ha riferito il servizio di ambulanza Magen David.
La reazione del governo non si è a fatta attendere. Il primo ministro Netanyahu ha ordinato l’immediata demolizione della casa dell’attentatore, come già fatto in occasione dell’attacco fuori la sinagoga di Neeve Yaakov dello scorso 27 gennaio, sempre a Gerusalemme, in cui morirono sette persone.
Il premier ha anche annunciato via Twitter di aver ordinato l’aumento del numero di forze di sicurezza nella città di Gerusalemme dopo l’attentato di questa mattina. “A nome di tutti i cittadini di Israele, invio le mie condoglianze alle famiglie delle persone uccise nell’attentato di Gerusalemme. Ho condotto una valutazione della situazione della sicurezza e ho ordinato di aumentare le forze, effettuare arresti e agire immediatamente per sigillare la casa del terrorista e demolirla“, ha dichiarato Netanyahu.
בשם כל אזרחי ישראל אני שולח תנחומים למשפחות הנרצחים בפיגוע בירושלים. קיימתי הערכת מצב ביטחונית והנחיתי לתגבר כוחות, לבצע מעצרים ולפעול מייד לאיטום בית המחבל והריסתו. כולנו מתפללים לשלום הפצועים >>
— Benjamin Netanyahu – בנימין נתניהו (@netanyahu) February 10, 2023
Nella recente visita in Israele e in Cisgiordania dove ha incontrato sia il presidente Abu Mazen sia il premier Benyamin Netanyahu, il direttore della Cia William Burns aveva espresso il timore su una possibile nuova Intifida palestinese in Israele.
“Ero un diplomatico senior 20 anni fa durante la Seconda Intifada e – aveva spiegato in occasione della sua missione in Medio Oriente – sono preoccupato, così come i miei colleghi nella comunità dell’intelligence, che ciò a cui stiamo assistendo oggi ha una somiglianza molto infelice con alcune di quelle realtà che abbiamo visto anche allora“.
Ormai da un anno d’altra parte l’offensiva delle forze di sicurezza israeliane in Cisgiordania è diventata quotidiana, o quasi. L’operazione Breaking the Wave ha portato all’arresto di oltre 2mila persone, ma soprattutto alla morte di più di 200 palestinesi, di cui 40 solo dall’inizio del 2023: in maggioranza si tratterebbe, secondo il governo, di affiliati ai vari gruppi militari palestinesi, ma nel conteggio ci sono molti civili, compresi anziani e bambini.
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