La tensione a Gerusalemme si fa altissima. A pochi giorni dal varo ufficiale del nuovo governo israeliano a guida Benjamin Netanyahu, quello più spostato a destra nella storia del Paese, è arrivato il primo gesto-provocazione da parte del controverso ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra Potere ebraico.

Ben Gvir, noto per le sue posizioni razziste nei confronti dei palestinesi e degli arabi-israeliani, strenuo sostenitore dell’occupazione illegale della Cisgiordania da parte di Israele, si è recato a sorpresa presso la Spianata delle Moschee, per gli ebrei Monte del Tempio, scortato dalla polizia.

Ben Gvir, riferisce l’Agi citando il Jerusalem Post, ha assicurato che il governo israeliano “non cederà alle minacce di Hamas“. “È il posto più importante per il popolo di Israele. Manterremo la libertà di movimento per musulmani e cristiani, manteniamo libertà di movimento per musulmani e cristiani, ma vi saliranno anche gli ebrei e alle minacce risponderemo con il pugno di ferro“, ha detto.

La visita di Ben Gvir non è passata inosservata. L’Anp, l’Autorità nazionale palestinese, teme che col nuovo governo di destra in Israele vi possa essere un cambiamento di status della Spianata, definendo quella del ministro della Sicurezza nazionale “una provocazione senza precedenti e pericolosa”, mentre un portavoce di Hamas ha ha sottolineato “l’arroganza di un governo di coloni fascisti“.

Ma il 2023 si è aperto come si era chiuso lo scorso anno, ovvero con scontri e vittime. Un ragazzino palestinese di 15 anni, identificato dal ministero della Sanità palestinese come Shaker Ayad, è rimasto ucciso nel campo profughi di Deheishe (Betlemme) durante gli scontri fra dimostranti e reparti dell’esercito israeliano entrati per catturare un ricercato. È il terzo palestinese ucciso da soldati israeliani dall’inizio dell’anno.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.