Le ipotesi di reato: minaccia, oltraggio a pubblico ufficiale e di interruzione di pubblico servizio
Bandecchi è indagato dopo la lite in Consiglio comunale. E, intanto, presenta un esposto
“Ci si deve rendere conto che le parole uccidono e avevo parlato con le autorità proprio per questo. Ora vediamo chi vince”, dice il sindaco che, come riportano i media locali, ha presentato, a sua volta, un esposto per le minacce di morte subite nei mesi scorsi. Bandecchi parla anche di insulti e minacce ricevuti via social.
Il sindaco di Terni Stefano Bandecchi è stato iscritto nel registro degli indagati dalla locale Procura nel fascicolo di inchiesta aperto dopo quanto accaduto nei giorni scorsi in Consiglio comunale, quando lo stesso sindaco si era scagliato contro l’esponente di Fratelli d’Italia Marco Celestino Cecconi, venendo bloccato dalla polizia municipale. Lo scrive oggi il Corriere dell’Umbria, specificando che si tratta praticamente di un atto dovuto.
Dopo il Consiglio le minoranze si erano infatti recate dal prefetto e gli esponenti di Fratelli d’Italia anche dai carabinieri, per segnalare quanto successo. Della vicenda, i parlamentari del Pd Walter Verini e Anna Ascani hanno invece interessato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. In particolare – secondo quanto risulta al Corriere dell’Umbria – nel fascicolo di indagine le ipotesi di reato al momento al vaglio sarebbero quelle di minaccia, oltraggio a pubblico ufficiale e di interruzione di pubblico servizio. Tra gli elementi da valutare ci sarebbe infatti anche la reazione del sindaco all’intervento di tre agenti della polizia locale presenti come prassi al Consiglio. Durante il dibattito c’era stato uno scambio di battute dai toni sempre più polemici tra Bandecchi e Masselli, assessore nella precedente Giunta e sconfitto nel ballottaggio per la guida di Palazzo Spada. “Mi devono chiedere scusa, perché quando parla un consigliere e a maggior ragione il sindaco, tutti gli altri devono stare zitti”, aveva, fra l’altro, commentato il sindaco dopo l’accaduto.
Il sindaco di Terni ha a sua volta presentato una querela in questura: “Ho presentato un esposto preciso – ha riferito – contro l’aggressione che ho subito in Consiglio comunale. Precisamente contro le parole rivoltemi da Masselli, sentite da testimoni, ovvero ‘pagliaccio vieni qua’. Dette sbeffeggiandomi e ridendo. E contro il consigliere Cecconi che si è alzato e ha iniziato a urlare, costringendo la presidente a richiamarlo più volte e me a dirgli di mettersi seduto. Per questo mi sono alzato, per farlo rimettere al suo posto. C’è stata una evidente interruzione dei lavori di un pubblico ufficiale, quindi un’interruzione di pubblico servizio”.
Interpellato dall’ANSA, il sindaco Bandecchi ha prima replicato con una battuta – “se mi hanno iscritto, non è la prima volta” – poi ha spiegato i passi giudiziari compiuti, spiegando di avere anche “sporto denuncia per le minacce di morte ricevute un mese fa (un fatto inizialmente descritto dal primo cittadino come un tentativo di rapina subìto a Roma il 25 luglio, ndr) ed erano minacce direttamente legate al mio ruolo di sindaco”. “Di questo – ha detto – avevo già informato il prefetto di Terni, il questore e il comandante provinciale dei carabinieri. Avevo parlato alla ‘nuora’ perché la ‘suocera’ intendesse, ma evidentemente non ha inteso e quindi ho denunciato tutto”.
“Quando dissi a tutti che non volevo sporgere denuncia per quelle minacce, spiegai che evidentemente qualcuno si era fatto ‘agitare’ dai continui atteggiamenti che Fratelli d’Italia ha nei miei confronti. Sono sette mesi, cioè dalla campagna elettorale, che pubblicano storie e leggende per cui dovrei essere un criminale, al punto da mettere in discussione quanto deciso liberamente e democraticamente dai cittadini. Da tre mesi poi il consigliere Cecconi mi prendere in giro con le sue dirette video, fomentando alcuni poveracci che poi gli vanno dietro. Ci si deve rendere conto che le parole uccidono e avevo parlato con le autorità proprio per questo. Ora vediamo chi vince”.
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