La sanatoria avviata nel 2020 dal ministro Bellanova è ad alto rischio fallimento. Tutto – o quasi- come prima. I dati raccolti nel dossier di Ero Straniero, a partire dai numeri forniti dal ministero dell’Interno, parlano di un’atroce beffa. A più di sei mesi dalla chiusura della finestra per accedere alla regolarizzazione, in tutti i territori considerati la situazione appare grave, con pochissime eccezioni.

Al 31 dicembre 2021 – riporta il dossier di Ero Straniero – delle oltre 207.000 domande presentate dal datore di lavoro per l’emersione di un rapporto di lavoro irregolare o l’instaurazione di un nuovo rapporto con un cittadino straniero (articolo 103, comma 1, del decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020), in tutt’Italia erano stati rilasciati solamente 1.480 permessi di soggiorno, lo 0,71% del totale. Al 16 febbraio 2021, emerge che solo il 5% delle domande è giunto nella fase finale della procedura, mentre il 6% è nella fase precedente della convocazione di datore di lavoro e lavoratore per la firma del contratto in prefettura e il rilascio del permesso di soggiorno.

In circa 40 prefetture, distribuite su tutto il territorio, non risultano nemmeno avviate le convocazioni e le pratiche sono ancora nella fase iniziale di istruttoria. Dati questi che trasportati nella realtà vogliono dire che 200.000 persone sono sospese, ancora in attesa di sapere se la propria domanda andrà a buon fine. All’attenzione di chi adduce in presunti motivi di sicurezza tanto livore verso i “clandestini”, va consegnato un dato. A Caserta, territorio storicamente colpito da lavoro nero e caporalato, a metà febbraio, delle 6.622 domande ricevute (3.710 per lavoro domestico, 2.912 per lavoro subordinato nel settore agricolo), sono solo 10 le convocazioni effettuate per finalizzare l’assunzione, e non è stato rilasciato alcun permesso di soggiorno. La sanatoria ha fatto flop da sola, o è stata forse sabotata?

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