“Non posso occuparmi di lei”: sono le strazianti parole del biglietto trovato accanto alla neonata lasciata nella “Culla per la Vita” della Croce Rossa di Bergamo. La notizia, anticipata da Bergamonews, è stata confermata a LaPresse da fonti ospedaliere.

A meno di un mese dal caso del piccolo Enea – il neonato di pochi giorni accolto e salvato dalla “Culla per la Vita” attivata dal Policlinico di Milano nel 2007 – arriva la notizia di questa neonata che al momento è affidata alle cure dei medici dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII.

La bambina è arrivata presso il reparto di Patologia neonatale nel pomeriggio di mercoledì 3 maggio, con un trasporto gestito dal 118 e partito dalla Culla per la vita collocata nel quartiere di Longuelo.  Inizialmente la “Culla per la Vita” era posizionata nei pressi del monastero Matris Domini di Via Locatelli 61 in pieno centro, per poi essere spostata nel quartiere di Longuelo, dove si è attivata per la prima volta. Riscaldata e collegata ad appositi sensori, la Culla, attivandosi, ha allertato digitalmente il 118 e così il trasporto della neonata presso l’Ospedale è avvenuto in tempi rapidissimi.

La piccola – che è in buone condizioni di salute e che pesa circa 2.9 chili – è stata accompagnata alla Culla da una donna, con tutta probabilità la madre e l’autrice del biglietto in cui si leggono queste righe dolorose: “Nata stamattina 3/05/2023. A casa solo io e lei (come in questi 9 mesi). Non posso occuparmi di lei ma le auguro tutto il bene e la felicità del mondo. Vi affido un pezzo importante della mia vita, che sicuramente non dimenticherò mai”.

“La piccola è al sicuro in ospedale. La mamma, cui va tutto il nostro affetto e sostegno, ha lasciato un biglietto molto toccante. I nostri operatori in sede hanno ancora le lacrime agli occhi“, fanno sapere dalla Croce Rossa di Bergamo.

 

 

 

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