Il 23enne ancora ricoverato in terapia intensiva
Bicicletta lanciata ai Murazzi, cinque ragazzi fermati per aver ferito Mauro: “È tentato omicidio”

A oltre due settimane da quando quella bicicletta gli crollò addosso riducendolo in coma, Mauro Glorioso è ancora ricoverato, in terapia intensiva al CTO di Torino. Le indagini hanno portato a cinque fermati: cinque ragazzi come lui, anzi più giovani di lui, alcuni con precedenti di polizia ritenuti gravemente indiziati di concorso in tentato omicidio per il ferimento del 23enne studente al quinto anno di medicina. Le indagini sono condotte da una task force composta da Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia San Carlo, le ordinanza eseguite dai militari del comando provinciale.
La bicicletta elettrica era piombata addosso al 23enne di Palermo in fila con gli amici davanti per entrare alla discoteca The Beach. La bicicletta era in bike sharing, è stata lanciata dalla balconata del Lungo Po Cadorna-Murazzi. Glorioso era stato subito operato e tenuto in coma farmacologico. I cinque provvedimenti sono stati emessi dalla Procura di Torino e dalla Procura per i Minorenni. Riguardano due 18enni e tre minori tra i 15 e i 17 anni – dei quali 4 con precedenti di polizia. Secondo la ricostruzione i sospettati sarebbero fuggiti con i mezzi pubblici.
A portare ai fermi l’analisi delle riprese delle telecamere di sorveglianza della zona. Gli inquirenti hanno visionato decine di ore di registrazione di oltre 120 telecamere e ascoltato numerose testimonianze raccolte sul posto e nei giorni successivi. Alcuni giovani si sarebbero rivolti all’Arma dopo i numerosi e ripetuti appelli alla comunità a collaborare con le indagini. “Dobbiamo dare il massimo supporto ai carabinieri: chiunque abbia visto qualcosa, chi ha informazioni utili, si rivolga a una stazione o direttamente al 112”, le parole del sindaco Stefano Lo Russo all’indomani della tragedia.
La Procura aveva aperto un fascicolo di indagine per tentato omicidio, l’inchiesta coordinata dal pm Livia Locci. La vicenda aveva aperto e rimesso al centro dell’attenzione della città il tema della movida violenta, virale il post-lettera scritto da una donna, la madre di uno degli amici di Glorioso. “Cresci un figlio, un bravo figlio, che studia medicina … e poi arriva un mostro che te lo ferisce, che te lo riduce intubato in terapia intensiva. In che mondo viviamo? Io sono arrabbiata, voglio che qualcuno sia punito. Usiamo bene sti benedetti social per una buona causa e non solo per caz**te”.
“L’attività, condotta da una task force composta da Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia San Carlo che, da oramai più di un anno, monitorano i giovani orbitanti nel centro cittadino per contrastare il fenomeno delle baby gang – ha spiegato in una nota dell’Arma al comando del generale Claudio Lunardo – si è sviluppata attraverso l’analisi minuziosa delle numerose testimonianze raccolte sul posto e nei giorni successivi, nonché la visione dei sistemi di videosorveglianza cittadini e privati – oltre 120 telecamere e decine di ore di registrazioni – che hanno permesso di raccogliere gravi indizi di responsabilità a carico dei 5 indagati”. Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari con, ricordano dall’Arma, “relativa vigente presunzione di innocenza per i soggetti citati”.
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