“Come verrò fuori da tutto questo?”, si chiedeva Boris Johnson mentre era ricoverato al St Thomas Hospital di Londra e la sua situazione non sembrava migliorare. A raccontarlo è stato lo stesso primo ministro britannico, che in un’intervista al The Sun, ha ripercorso il suo calvario dopo essere risultato positivo al coronavirus. Il premier ha dichiarato che i dottori erano pronti anche all’evenienza di dover annunciare la sua morte. “È stato un momento duro – ha confessato – non lo nego. I dottori avevano una strategia per affrontare uno scenario di tipo ‘morte di Stalin’. Non ero in buone condizioni ed ero consapevole che c’erano dei piani di emergenza in atto. I dottori avevano tutte le disposizioni nel caso in cui le cose non sarebbero andate bene”.

Johnson è risultato positivo al coronavirus il 27 marzo. Dopo aver osservato la quarantena, il 6 aprile è stato ricoverato in terapia intensiva. All’inizio della crisi il premier era stato molto criticato per via delle sue dichiarazioni sull’immunità di gregge. “Preparatevi a perdere i vostri cari”, aveva detto in un discorso allo scoppio dell’emergenza Covid.

“Mi hanno dato una maschera per il viso così ho avuto litri e litri di ossigeno – ha raccontato Johnson – era difficile credere che in pochi giorni la mia salute si fosse deteriorata a tal punto. Ricordo di essermi sentito frustrato. Non riuscivo a capire perché non stavo migliorando. Ma il momento brutto è arrivato quando le probabilità erano 50-50 se mettermi un tubo nella trachea”.

Il premier ha detto di sentirsi guidato dalla fiducia e dal desiderio di affrontare e superare la crisi. L’incremento dei casi nelle ultime settimane nel Regno Unito è diventato particolarmente preoccupante. L’Uk sono dopo Stati Uniti e Italia il Paese che conta più decessi: 28.131 secondo la Johns Hopkins University, 182.260 i contagiati. Johnson ha espresso tutta la sua gratitudine al personale sanitario, tanto da voler dedicare uno dei nomi del suo primogenito avuto con la compagna Carrie Symond a due medici. Il piccolo, arrivato 17 giorni dopo le dimissioni del padre, il 29 aprile, è stato chiamato Wilfred Lawrie Nicholas Johnson. Nicholas per Nick Hart e Nick Price, i due medici che in terapia intensiva hanno salvato la vita del politico, ha spiegato Symond. 

Antonio Lamorte

Autore