La lettera
Campiotti spiega l’addio a Italia Viva: “L’obiettivo era scardinare il bipolarismo, ma col centrosinistra ho poco da spartire”
In una lettera a Il Riformista Filippo Campiotti spiega le ragioni del suo addio a Italia Viva e del suo ingresso in Forza Italia.
“Il Terzo Polo era il tentativo di scardinare uno scenario politico bipolare nel quale gli estremi dei due poli rischiavano di prendere il sopravvento. Raccontavamo di volere unire le culture politiche che mettevano al centro la persona e di farle dialogare all’interno di un partito pragmatico, serio e indipendente dai due poli. Per sostenere quell’esperimento mi sono dedicato attivamente alla politica dal 2022, prima candidandomi in Parlamento e poi alle regionali lombarde. Il primo risultato fu molto incoraggiante. Quando quel soggetto si è arenato, il senso di Italia Viva raccontavamo essere quello di trovare il modo di continuare a portare avanti una proposta centrista.
Sabato scorso, rinunciando a quella proposta, l’Assemblea nazionale di Italia Viva ha definito il Terzo Polo non un tentativo cultural-politico ma piuttosto una scelta obbligata a causa dei veti del Pd. Io purtroppo avevo capito altro, e in tutta onestà con il centrosinistra non ho davvero molto da spartire. Perciò la mia permanenza in Italia Viva perde completamente di senso. Ringrazio gli amici che mi hanno accompagnato in questo percorso e i maestri che ho incontrato. Ma io sono un ragazzo di cultura popolare, convinto che alcuni valori liberali debbano essere urgentemente applicati in questo paese per difendere la persona e la società. Volevamo impegnarci per un soggetto che desse una svolta definitiva. Questo soggetto ci è stato tolto, e quel che ne rimane ha deciso di andare in un campo in cui non solo non ha agibilità, ma non trova coincidenza con praticamente nessuno dei temi su cui ha dato battaglia negli ultimi anni.
Non possiamo né vogliamo stare a casa: il tentativo da cui nasce l’impegno iniziale deve trovare nuovi strumenti. Bisogna con onestà intellettuale dire che se c’erano residue possibilità di creare un soggetto centrista che non fosse destinato all’irrilevanza, Renzi con la sua decisione queste possibilità se le è portate via con sé. I lodevoli tentativi di fare altri centri e centrini da qui al prossimo appuntamento elettorale non credo sbocceranno mai in una proposta davvero forte e dirompente, e culturalmente altrettanto larga.
Abbiamo bisogno come non mai di una casa moderata, capace di occuparsi seriamente dei problemi della gente, di fare una politica dei bisogni, che si occupi di lavoro, ceto medio, imprese, sviluppo senza ideologie che intralcino la strada. Che si occupi di trovare soluzioni e non di difendere posizioni preconcette. Che tenga gli occhi fissi su quello che indispensabilmente serve al paese nei prossimi anni, (misure per la denatalità, taglio delle tasse, infrastrutture…) e trovi proposte pragmatiche per ottenerlo. Una casa dove la cultura popolare e quella liberale dialoghino per offrire le migliori soluzioni che non lascino indietro nessuno, per produrre di più e distribuire meglio.
Oggi questa casa non può che essere Forza Italia, unico soggetto moderato libero da ideologie e che sta già dimostrando di volere definire una propria fisionomia forte e ben precisa. Oggi qui si possono spendere quelle energie e quell’entusiasmo dedicate al Terzo Polo. Qui, dove le posizioni sui macro-temi sono sostanzialmente sovrapponibili (politica estera, fisco, giustizia, lavoro…). Qui, dove i popolari possono occuparsi di famiglia, cultura, scuola, sapendo di trovare sempre corrispondenza valoriale a tutti i livelli. Qui, nell’ambito del Partito popolare europeo, dove lavorando su una proposta veramente di popolo si può rappresentare una larga fetta di italiani delusi e spingere a coinvolgere nuovamente con la politica tante persone. Qui, per una politica popolare e per popolare la politica”
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