“Quando ho capito che stavo succedendo qualcosa, non ci ho pensato due volte e sono intervenuto”. Così Giovanni Ballarò, carabiniere della stazione di Gragnano, originario di Messina, ha ricordato quella rissa nel centro di Castellammare di Stabia avvenuta un venerdì sera qualunque di agosto. Ballarò è stato pestato con violenza e lasciato a terra in una pozza di sangue da un branco di balordi. Il motivo? Era intervenuto per sedare una rissa scattata nel bel mezzo della movida estiva del weekend.

Il carabiniere, 36 anni, si trovava lì per caso a passeggio con la sua famiglia, fuori dal servizio. Eppure non ha girato la testa dall’altra parte ed è intervenuto. “Ho fatto solo il mio dovere”, ha detto in un’intervista al Mattino. Ed è stato a quel punto che il gruppo di violenti ha iniziato a picchiarlo con calci e pugni, caschi sbattuti con forza sulla testa e persino con una sedia presa da un vicino locale all’aperto. Lo hanno lasciato lì in mezzo a una pozza di sangue e sono scappati. Erano in quattro, tutti arrestati, tra cui un ragazzo di 17 anni. Poi c’è un’altra persona che è stata arrestata: l’uomo che approfittando della situazione e dello stato di incoscienza di Ballarò, gli ha rubato il borsello.

Il carabiniere è tornato a casa da poco: per alcuni giorni è stato ricoverato all’ospedale San Leonardo di Castellammare, poi all’ospedale del Mare dove i medici hanno confermato una prognosi di 25 giorni. Ha riportato una commozione celebrale. Ma Ballarò non si sente un eroe: il suo ritorno a casa è stato semplice, lontano da flash e striscioni. Eppure lui ha dato una lezione a tutti: è intervenuto laddove tanti avrebbero fatto finta di nulla per non avere problemi. Con la città ancora scossa per le violente immagini dell’aggressione, venerdì alle 18.30 in Villa comunale ci sarà una manifestazione di solidarietà al carabiniere e contro chi vuole trascinare la città delle acque in una deriva di delinquenza.

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