La bomba (a tempo) l’ha tirata Dagospia ieri in tarda mattinata, poco prima dell’ora di pranzo, quando con un flash ha lasciato intendere che il pasticciaccio brutto della maxi retata dei carabinieri della stazione di Piacenza-Levante potrebbe far saltare l’attuale comandante generale dell’Arma, il generale Giovanni Nistri. Ecco cosa ha scritto Roberto D’Agostino: «Flash! – I fattacci dei carabinieri di Piacenza peseranno come un macigno sulla riconferma del comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, in scadenza il prossimo gennaio – In discesa le quotazioni dei generali Gaetano Maruccia ed Enzo Bernardini. Di Maio spinge per il compaesano Agovino, mentre il vertice vuole Teo Luzi…». Il gravissimo episodio di Piacenza ha di nuovo portato sotto i riflettori la Benemerita per casi di mancato controllo sul personale. A tal punto che, se fosse confermata l’ipotesi accusatoria della Procura, per ben due anni i militari della stazione emiliana, ad iniziare dal maresciallo comandante, avrebbero trasformato un presidio di legalità in un covo di criminali senza scrupoli dediti alla tortura degli extracomunitari ed allo spaccio di stupefacenti.

Arresti in fotocopia per fare statistica e che avevano insospettito il giudice Italo Ghitti, in servizio a Piacenza fino a tre anni fa. Si è parlato di una mancata proroga per Nistri alla sua scadenza naturale il prossimo gennaio. Fonti ben informate lasciano intendere che a Palazzo Chigi si pensa anche di dare subito un segnale “forte”, chiedendo all’attuale numero uno dell’Arma un atto di responsabilità facendo un passo indietro prima del tempo. Lo stesso passo indietro che l’incolpevole, ormai ex, comandante provinciale di Piacenza, il colonnello Stefano Savo, insediato da pochissimo, ha dovuto fare la scorsa settimana, lasciando l’incarico ad un collega. Da viale Romania è stato infatti disposto in meno di ventiquattro ore il trasferimento di Savo ad altro incarico. Un trattamento molto diverso rispetto, ad esempio, a quello nei confronti del colonnello Lorenzo Sabatino che, pur se sotto processo per favoreggiamento nell’inchiesta bis sull’omicidio di Stefano Cucchi, è stato confermato dai vertici dell’Arma nell’incarico di comandante.

Il colonnello Sergio De Caprio, alias capitano Ultimo, in una intervista ieri al Riformista, aveva affermato la necessità di un rapido cambio di passo, con le dimissioni di Nistri e di Luzi e la nomina di una commissione d’inchiesta che faccia luce su come è stata gestita l’Arma in questi anni.  Dagospia si sbilancia su chi potrebbe sostituire l’attuale comandante generale: Luigi Di Maio spinge per il “compaesano” Angelo Agovino, ora numero due dei servizi segreti, mentre Nistri – sempre secondo Dagospia – da tempo ha accreditato l’attuale capo di stato maggiore Teo Luzi, anche lui in difficoltà in questo periodo sempre per la brutta storia di Piacenza. Circa gli altri due papabili, Gaetano Maruccia è l’attuale vice comandante generale: durante la gestione di Tullio Del Sette, il predecessore di Nistri, ha ricoperto l’incarico di capo di stato maggiore. Enzo Bernardini, invece, è il comandante interregionale del Nord-Est.

Ma lo stesso flash di Dagospia dopo poche ore è stato modificato: via il riferimento a Di Maio che sponsorizza Agovino e via quello che parla di Luzi, voluto dall’attuale vertice. Ecco il testo modificato: «Flash! – I fattacci dei carabinieri di Piacenza peseranno come un macigno sulla riconferma del comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, in scadenza il prossimo gennaio – in discesa le quotazioni dei generali Gaetano Maruccia ed Enzo Bernardini. in pista angelo Agovino e Teo Luzi…». Quale manina interessata ha chiesto a Dagospia di autocensurarsi?