House of the Draghi
Carlo Calenda: “Partito di Draghi? La grande crisi in arrivo potrebbe ricomporlo”
Carlo Calenda, leader di Azione, è con Mario Draghi da sempre. Da quando era in Europa come rappresentante italiano alla Ue, prima di diventare Ministro dello Sviluppo Economico. Della “sveglia data da Draghi” ha parlato per primo, lunedì, aggiungendo ieri che “si scontra purtroppo con la crisi di Francia e Germania”. Nelle vicende italiane recenti, con le Europee che hanno visto Azione correre sostanzialmente da sola, Calenda ha fatto della coerenza il suo valore di riferimento.
Da quando Matteo Renzi ha deciso di sottostare ad un accordo con Elly Schlein per rimettere Italia Viva nell’ambito del centrosinistra, Calenda ha trovato nuova linfa per confermare il suo posizionamento di centro, chiamando liberali e riformisti a unirsi. Pronti a costitutire il partito di Draghi domani.
Cosa pensa del report presentato da Mario Draghi?
«Lo condivido nel merito, descrive un’Ue allo sbando. L’asse Franco tedesco è a pezzi e l’Unione non riesce a fare uno scatto in avanti anche perché è paralizzata dai nazionalisti e dai filoputiniani».
«Serve il doppio del Piano Marshall». Chi mette i soldi? L’Ue, le manovre nazionali, in parte anche i privati?
«Il nocciolo del pensiero di Draghi è che se l’Unione europea non riesce a condurre politiche potenti con risorse proprie derivanti da debito comune e bilancio più forte, allora finisce il disegno di un’Ue che diventa soggetto e guida di politiche su scala continentale».
Esisterà mai un «partito di Draghi», un soggetto unitario di chi si rivede nella policy europeista liberale draghiana?
«Esistono partiti che su quel programma potrebbero convergere. Sono i partiti che si ispirano alle culture politiche che hanno fatto l’Europa. Liberali, socialisti e popolari. Ma il bipolarismo li ha divisi. La grande crisi che si prepara – geopolitica, economica e commerciale – imporrà una ricomposizione. Questione di tempo».
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