Carlo Verdone ricorda Massimo Troisi, attore e collega, e un’altra era del cinema italiano in un’intervista a Repubblica, a 40 anni dall’uscita del film Borotalco, il film che ha risollevato la sua carriera quando l’attore e regista romano aveva quasi deciso di smettere. I produttori Sergio Leone e Medusa non rinnovarono il contratto, non credevano che Verdone potesse reggere un film con un unico protagonista.

A cambiare tutto una telefonata di Mario Cecchi Gori, undici mesi a scrivere con Enrico Oldoini, l’intenzione di raccontare gli anni ’80, la musica di Lucio Dalla. Con il cantautore Verdone rischiò di finire in causa: il produttore tappezzò le strade con poster con il nome di Dalla enorme e quello di Verdone minuscolo. “Borotalco è lo specchio della decadenza macho italiano rappresentato benissimo da Sordi, Gassman, Manfredi. Serviva un altro tipo di commedia”, commenta Verdone riconoscendo che un film con quell’ingenuità non sarebbe possibile oggi.

E quindi il ricordo di Troisi, che parte dall’attrice pornografica Moana Pozzi, che partecipò proprio a Borotalco. “La conobbi una sera a casa di Troisi, sulla Cassia. Era bellissima, pensai all’ennesima fiamma di Massimo, il più grande conquistatore che abbia conosciuto. Era silenziosa, abbiamo fatto quattro chiacchiere. Quando faccio i sopralluoghi per la casa della Giorgi nel film, un appartamento a Trastevere, ci apre una ragazza, vediamo la casa tranne la camera in cui dorme la coinquilina, alle 12:30. Insistiamo per bussare, l’amica entra e apre le persiane: io riconosco la ragazza a casa di Troisi. Indossava solo un paio di slip, era abbagliante. Prima di andare le dissi che avevo una parte per lei, in ufficio il giorno dopo le spiegai il ruolo dell’amante che si fa la doccia. ‘Nessun problema con il nudo’. Fu a suo agio, collaborativa”.

Verdone ricorda spesso l’amico, attore nato a San Giorgio a Cremano e morto nel 1994. Di recente aveva pubblicato una foto sui suoi social mentre entrambi venivano premiati con Giuliana De Sio e Francesco Nuti. In un altro post su Facebook aveva ricordato mentre era in Costa D’Avorio, in vacanza, prima di partire con le riprese del film Troppo Forte con Sergio Leone. “Quando arrivammo in quella bella spiaggia africana, nel villaggio Les Paletuviers, ci prese un colpo: Massimo Troisi, bello abbronzato e sorridente era lì da un mese e non voleva rientrare a Roma. Rimorchiava quello che voleva. Arrivò pure Giuliano Gemma con le figlie. Fu una bella vacanza. Ho dei bei ricordi. Ma anche il dolore che quei tre amici non ci sono più. Ma li ho nel cuore. E da lì non se ne vanno”.

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