La presentazione alla Festa del cinema
Gabriele Muccino esordisce nelle serie tv: “A casa tutti bene” cambia cast ma non la storia
È in mano a Gabriele Muccino l’ottava giornata della Festa del Cinema di Roma. Il regista, tra i più internazionali che abbiamo in Italia, ha da poco fatto uscire la sua autobiografia, La vita addosso, scritta a quattro mani con il critico e giornalista Gabriele Niola ed alla Festa, come evento speciale, presenta il suo primo progetto per la tv, A casa tutti bene – la serie, reboot del suo omonimo film campione di incassi del 2018. In programma per il suo debutto su Sky e Now TV a dicembre, la serie può contare su un grande cast corale composto in primis da Laura Morante accanto alla quale troviamo Francesco Acquaroli, Francesco Scianna, Silvia D’Amico, Valerio Aprea ed anche Emma Marrone, ormai anche attrice dopo la felice esperienza in Gli Anni più belli.
Non una svolta seriale per Muccino, qui ideatore e regista di tutti e 8 gli episodi, ma una espansione naturale di un mondo che sembrava troppo affascinante per essere relegato soltanto ad un film. Lo chiarisce fin da subito, ad apertura incontro di presentazione: «In realtà il film originale è stato l’unico che mentre lo giravo, con gli attori ci siamo detti: “facciamo una serie, non può finire così”» . «I personaggi erano troppo belli, autentici, veri, forti, dissanguati dai conflitti e dall’inquietudine del vivere. Sentivo in loro una forza propulsiva così inarrestabile che davvero era un peccato lasciarli sull’isola» conclude il regista di L’ultimo bacio. Il film del 2018 si avvaleva di un super cast di giganti come Stefania Sandrelli, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi e tantissimi altri fuoriclasse. Per la serie ci volevano attori altrettanto carismatici per riprendere quei personaggi e ridargli potenza e vigore: «Logisticamente era impossibile pensare di mantenere il cast originale – svela Muccino – da qui l’idea di ricreare un cast che avesse la capacità di non essere paragonato e non essere inferiore all’altro ma che potesse ricreare quel mondo con la stessa forza e capacità empatica dell’originale».
A casa tutti bene raccontava una famiglia allargata, disfunzionale con varie declinazioni in piccoli nuclei. Dall’isola dove questa famiglia nel film si riuniva e i nodi venivano al pettine si va a un luogo più grande, la solo apparentemente meno claustrofobica Roma. Al pronunciare la parola famiglia, nucleo portante della sua filmografia, Muccino si abbandona alla riflessione: «Se l’armonia in ogni tipo di famiglia fosse la regola – commenta – noi vivremmo in una società senza conflitti, senza guerre e senza sopraffazioni. L’uomo non impara nulla dei propri errori per cui la famiglia di Cechov, a cui mi ispirai per scrivere il film, ha la stessa disfunzione cronica di quella di oggi e della serie e ne subisce le stesse sorti». La serie avrà una virata thriller, una nuova passione per Muccino: «Il crime – sottolinea – è una delle cose che mi hanno intrigato perché non l’ho mai fatto ma l’ho sempre voluto fare. Sulla carta era molto pericoloso ma credo che poi alla fine abbia funzionato molto bene».
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