La 16esima edizione della Festa del Cinema di Roma è iniziata insieme alla 19esima edizione della sezione indipendente dedicata ai giovani adulti, Alice nella Città. Come annunciato dal direttore artistico Antonio Monda, al suo settimo anno di direzione e secondo mandato, son le donne a farla da padrone quest’anno. E questo vale, a giudicare dai film di apertura, sia per la Festa sia per Alice che calano rispettivamente due assi, The eyes of Tammy Faye e Ghostbusters: legacy, due pellicole che si affidano a due personaggi femminili che si prendono di diritto il loro posto nella storia da protagoniste.

Alice nella Città, diretta da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli che l’hanno concepita, torna ad uno dei suoi registi storici Jason Reitman – che qui aveva presentato il suo più grande successo, Juno ( a proposito di personaggi femminili) con l’allora Ellen Page oggi Elliott – che inaugura con un tanto desiderato nuovo capitolo della saga degli Acchiappafantasmi iniziata dal padre di Jason, Ivan, nel 1984. In pieno stile “young adult Reitman unisce le atmosfere alla Goonies a quelle moderne di Stranger things e le condisce con la nostalgia che arriva diretta al cuore rievocando la memoria cinefila collettiva grazie alla macchina Ecto-1, gli zaini protonici e le trappole per fantasmi. Il punto di forza di Ghostbusters: legacy è però la sua protagonista, Phoebe, interpretata da una scoperta, la 12enne McKenna Grace che con look nerd, sguardo ingenuo ma consapevole e un occhiale che ricorda quello di un suo antenato acchiappafantasmi, buca lo schermo e guida la storia che ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo cult (al cinema dal 18 novembre con Warner Bros).

Arrivata in una solitaria cittadina dell’Oklahoma insieme alla madre single e il fratello 15enne ( il giovane Finn Wolfhard, tra i protagonisti di Stranger Things) Phoebe scoprirà pian piano l’eredità di ricerche, misteri e magia relativi ai fantasmi, a quei acchiappafantasmi tanto famosi a New York negli anni ‘80 e un nonno che tutti in città credevano pazzo. Non è certo la prima volta che Jason Reitman affida un suo film nella mani di una ragazza e il regista, in collegamento con Roma via streaming lo conferma orgoglioso: «Ho sempre desiderato raccontare storie di donne al cinema, da Juno ad Up in the air, non sono sicuro se sto raccontando queste storie per mia figlia o per me ma sono stato molto fortunato nel poter lavorare con grandi attrici nella mia carriera. McKenna in questo film fa una delle performance più belle che abbia potuto vedere, è una vera acchiappafantasmi».

E da una piccola protagonista si passa a una più grande, l’attrice su cui la Festa del Cinema punta tutte le sue carte per l’apertura, la carismatica, camaleontica Jessica Chastain, reduce già dal successo indiscusso della serie Scene da un matrimonio, su Sky e presentata alla Mostra di Venezia. In The Eyes of Tammy Faye che secondo il direttore Antonio Monda ha la strada spianata verso gli Oscar 2022, l’attrice non solo presta volto, corpo e occhi alla famosa tele-predicatrice Tammy Faye Baker, vera e propria star cristiana negli Stati Uniti insieme al marito Jim Baker, raccontandone ascesa, caduta e redenzione ma produce anche il film con la sua casa di produzione. Personaggio controverso quello di Tammy Faye la cui storia, secondo Chastain, aveva bisogno di essere raccontata indipendentemente da quella del marito, finito in carcere. L’attrice che è anche protagonista di un incontro ravvicinato con il pubblico della Festa dice a proposito della storia di Tammy: «Non ho mai incontrato Jimmy Baker. Io volevo che Tammy fosse riconosciuta per la donna che era e non attraverso lui. Io credo che Tammy avesse una forte fede – prosegue – chiudendo gli occhi e pregando arrivava a Dio, credo che fosse sincera nella sua fede». Del film diretto da Michael Showalter colpisce il magnetismo di Chastain unito a quello del personaggio-persona che interpreta, una donna che «non sapendolo, si è battuta per la parità tra donne e uomini» sottolinea Chastain.

In una sorta di filo invisibile tra i due film di apertura di Festa e Alice, i personaggi femminili si affermano come protagoniste credendo nel proprio valore e applicando una lezione di uguaglianza e di spirito di gruppo e di condivisione necessario per ogni piccola grande rivoluzione. Di Tammy Faye Jessica Chastain dice: «Lei credeva che tutti fossero uguali, fatti della stessa polvere. Voleva che le persone venissero considerate allo stesso modo». Questo insegnamento è messo in pratica naturalmente da Phoebe in Ghostbusters: Legacy e da tutte le persone che la circondano, nessuno mette in dubbio che lei possa prendere in mano le redini della storia e finalmente rivoluzione silenziosa sia. Alla kermesse romana, Jason Reitman unisce le generazioni confezionando una favola che restituisce ai giovani degli anni ‘80 e ‘90 i loro ricordi e regala l’emozione dello zaino protonico a nuove e nuovi ragazzi nel mondo e Jessica Chastain contribuisce a cambiare l’angolazione e il punto di vista da cui guardiamo a certi personaggi veramente esistiti, dando voce ad un’altra versione dei fatti lasciata nel dimenticatoio, quella che spesso coincide con quella delle donne.