"Non toglietemi il cinema"
Vita da Carlo, Verdone racconta i 44 anni da attore: “Mi chiedono di tutto, anche di fare il sindaco”
Le pagine della sceneggiatura della vita di Carlo Verdone hanno sfiorato anche la politica. Nei primi episodi di Vita da Carlo, la sua prima serie tv che mescola realtà e fantasia dopo 44 anni di lavoro passati dietro e davanti alla macchina da presa, a Verdone viene proposto da un certo presidente della Regione Lazio (tal Signoretti) di candidarsi a sindaco di Roma. E la notizia, prima ancora che il regista risponda qualcosa, viene diffusa sui social.
“Mi è accaduto davvero qualche anno fa – racconta l’attore – sono venuti con sondaggi mostruosi, il 70 per cento degli intervistati mi avrebbe votato. Ma io in 30 minuti ho detto no: nella vita se mi togliete il cinema, che è la mia esistenza dal lontano 1971 quando ho cominciato in un teatrino universitario, non penso di fare altro, per amministrare la città ci vuole preparazione“.
“La cosa è caduta, ringraziando Dio. Al neo eletto Gualtieri dico che è fondamentale avere una squadra forte, rapida, determinata e soprattutto onesta. Che deve cominciare ad abbattere la burocrazia che blocca questa città, sono sette anni che non si può rimettere un marmo al Gianicolo dopo che un fulmine lo ha rovinato e quando ho chiesto alla ex sindaca Raggi perché, mi ha risposto che ci sono 3 sovrintendenze a dire la loro, ma non sono in accordo”, ha detto Verdone.
“Bisogna togliere la zozzeria, deve ripartire velocemente la manutenzione e poi lavorare sulle periferie, i trasporti, dare vita ad attività, aprire librerie che danno vita e dignità”, continua, poi parla della città: “a Roma voglio troppo bene“. E si infiamma: “‘Na libreria che da vita alle strade, da’ dignità anche estetica”.
La nuovissima serie tv che “se avrà successo forse si fa anche una seconda stagione” dice l’attore, racconta cosa significa essere Carlo Verdone. “Non hai privacy, ti chiedono selfie in ogni situazione, ti trascinano, ti prendono per la giacchetta, ti propongono qualunque cosa. Ti chiedono come guarire da qualche malattia sapendo che sei informato quasi come un medico. Poi con te vogliono ridere e ti chiedono di fare sempre lo stesso film con i personaggi che tutta Italia recita a memoria”.
“Il 35-40 per cento di quello che si vede fa parte della mia vita, racconta me stesso, le mie fragilità, i miei tormenti”, dice il regista, autore e protagonista. La fiction che andrà in streaming su Prime Video dal 5 novembre, mescola realtà e fantasia, e oltre Verdone c’è uno strepitoso ‘migliore amico’ Max Tortora.
Carlo Verdone racconta: “Il progetto è nato come una sfida, una novità, e mi è piaciuta, mi piaceva tanto raccontare la mia vita privata quello che mi capita e però avere più libertà rispetto ai film, non essere ossessionato dai tempi comici, sapere di poter raccontare con un tempo lungo in cui può accadere tutto. Ho vissuto una bella esperienza, piena di verità e con meno ansia. Abbiamo scritto in soli due mesi 10 puntate. Sono felice di un cast bellissimo con tante opportunità per i giovani. A questa età avere giovani accanto, indirizzarli è una bella soddisfazione”.
Nella serie Verdone sogna di vincere Cannes, di avere la sua faccia sulla copertina di Cahiers du cinéma e di fare un film drammatico che sia di svolta. Più che una serie tv, forse la confessione di un ‘condannato’ a dover far ridere. La sceneggiatura, che ruota attorno a questa ‘tragedia di un uomo comico’ è stata scritta con Nicola Guaglianone, Menotti, Pasquale Plastino, Ciro Zecca, Luca Mastrogiovanni e diretta insieme ad Arnaldo Catinari. Andrà in onda su Amazon Original, prodotta da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis è stata presentata alla Festa di Roma accompagnata dal cast che comprende tra i tantissimi oltre a Tortora, Anita Caprioli, Monica Guerritore.
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