Lo sciopero del 25 e 26 gennaio dei benzinai per ora resta, ma è al momento “congelato”. È quanto spiegano le organizzazioni sindacali, che incontreranno il governo nuovamente prima della ‘serrata’ di due giorni a fine mese.

Governo Meloni che ha assicurato nell’incontro tenuto oggi a Palazzo Chigi  l’avvio di un confronto con il settore, che inizierà con un tavolo tecnico martedì 17 e ha preso atto del congelamento dello sciopero e la sospensione del giudizio sul decreto legge in attesa della pubblicazione.

Apprezzato il chiarimento avuto con Governo che ripristina una verità inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilità per l’aumento dei prezzi, né per le eventuali pretese speculazioni di cui si è parlato. Per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai, le polemiche finiscono qui“, affermano in una nota congiunta Faib, Fegica, Figisc/Anisa.

Il riferimento è alle accuse arrivate in un primo momento (e poi rimangiate) da membri del governo e della maggioranza contro i gestori, considerati responsabili di una “speculazione” per quanto riguarda il prezzo del carburante dopo la decisione dell’esecutivo di cancellare dal primo gennaio il taglio delle accise.

Come poi mostrato dalle rilevazioni ufficiali fatte dallo stesso ministero dell’Ambiente, nella prima settimana dell’anno (senza  dunque gli sconti sulle accise) gli incrementi erano in realtà in linea con il venir meno del vantaggio fiscale.

Per questo, parlando di “fango” e “imbroglio mediatico”, i benzinai avevano proclamato lo sciopero per due giornate.

Cambia il decreto

Proteste e polemiche che avevano già spinto l’esecutivo a fare dietrofront sul decreto legge relativo alla trasparenza dei prezzi dei carburanti approvato solo 48 ore fa.

Per il momento le accise non scendono ma la premier Giorgia Meloni, intervenuta giovedì sera nel corso dei tg nazionali (Rai 1 e Canale 5) si è detta pronta a intervenire quando ci saranno maggiori incassi dall’Iva.

Nel decreto viene così inserita una norma del 2007 (già utilizzata dal governo Draghi) che consente di ridurre le accise se il prezzo supera almeno il 2% del valore indicato nel Def. Nello specifico, in caso di aumento del prezzo del greggio e quindi dell’Iva in un quadrimestre di riferimento, il maggiore introito incassato in termini di imposta dallo Stato potrà essere utilizzato per finanziare riduzioni del prezzo finale alla pompa.

Redazione

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